Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
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E se fosse un segno del destino?

di  Mimmo Attini

A tutti ormai è noto come è finita Foggia-Venezia: i leoni di Pippo Inzaghi dominano per 88 minuti ma alla fine escono con un sol punto dallo Zaccheria.

Anche sul doppio svantaggio il popolo rossonero non smette di incitare i propri beniamini nonostante la poco incisività dei satanelli. Unico momento di contestazione si ha al momento della sostituzione di uno spento Vacca. Probabilmente al centrocampista napoletano, sceso in campo febbricitante, non vengono perdonati i tentennamenti sul rinnovo del contratto. “Del resto se durante tutta la settimana il tuo unico scopo è quello di aggiornare il profilo social in cui sei indeciso se apparire o meno un giocatore del Foggia cos’altro aspettarsi dai supporters rossoneri !?”

I giocatori del Venezia si trovano ovunque e sembrano il doppio di quelli del Foggia tanto che qualcuno, incredulo, comincia a contarli . Ma quando la punta Falzerano solo davanti alla porta, a Tarolli battuto, prende il palo, lo stadio diventa una polveriera. Da quel momento gran parte del pubblico comincia a contestare squadra e allenatore invitando quest’ultimo a lasciare la panchina. Dalle stesse curve viene più volte intonato un coro in cui si esortano i giocatori a togliersi la maglia perché non degni di indossarla.

Di fronte allo scampato pericolo che avrebbe fatto sprofondare tutto l’ambiente, ecco che accade qualcosa di inaspettato: mentre moltissimi spettatori stavano già abbandonando le tribune, “per non riuscire più a sopportare lo scempio visto in campo”, Beretta riesce a realizzare il gol che accorcia le distanze. Inverosimilmente la contestazione dei tifosi diventa assordante; in quei fischi c’è tutta la rabbia, la frustrazione di chi, fino a quell’istante, ha visto i propri calciatori inermi e svogliati. “Ma si può arrivare quasi allo scadere per vedere i calciatori del Foggia giocare con vigore, con più ferocia degli avversari, giocare sporco, buttare il cuore oltre l’ostacolo ?”

Siamo all’ottantottesimo e l’arbitro fa capire che i minuti di recupero dopo il novantesimo saranno 5. Da quel momento il Foggia si butta avanti con la forza della disperazione e dopo una occasionissima sprecata di Floriano, a trenta secondi dallo scadere il subentrato Deli realizza il gol del pareggio.

Lo stadio esulta per un pareggio inaspettato, l’arbitro sancisce la fine e mentre i giocatori rossoneri si abbracciano a centrocampo riprende la contestazione dei tifosi. Di positivo c’è solo il punto guadagnato ma non la prestazione di un Foggia che doveva provare ad invertire la tendenza almeno dal punto di vista caratteriale. Invece non è stato così.

La speranza è che sia un segno del destino, come il rigore sbagliato da De Vena a Melfi (anche lì un palo…); ripartire da un punticino strappato per miracolo in clima natalizio, questo il mantra.

Del resto a gennaio capiremo se poter contare su innesti di categoria oppure sperare di strappare punticini miracolosi negli ultimi 7 minuti; ma attenti non sempre è Natale.

Un’ultima annotazione di cronaca: un plauso alle due tifoserie per una sorta di patto di fratellanza come sancito da uno striscione esposto in curva Sud per ringraziare i supporters arancio-nero-verdi per quanto accaduto in quel di Venezia l’estate scorsa. Così come altrettanto significativo è stato il riconoscimento che il popolo rossonero ha saputo tributare ad un grande campione di umanità come Pippo Inzaghi.

Infine per quanto riguarda gli spintoni in tribuna d’onore tra i dirigenti delle due squadre, non possiamo che sperare che tale tribuna ritorni ad essere d’onore.

Redazione Solofoggia.it

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