Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
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Quelle bare allineate…

Succede tutto senza nemmeno il tempo di accorgertene. Ciascuno di noi pensava che il problema non gli riguardasse, che fosse lontano dalla sua casa, dai suoi affetti. Si guardava da lontano con indifferenza quello che stava succedendo in Cina, cercando di giustificare, senza nessuna base, un fenomeno che avrebbe potuto interessare solo l’altra parte del mondo. Abbiamo fatto tutti come successivamente avrebbero fatto i Francesi, i Tedeschi, gli Americani.
E pure quando è giunto in Italia non si è avuta la sensazione che un maledetto mostro avrebbe potuto bussare anche alla nostra porta. È la natura umana, ogni cosa riguarda sempre l’altro, mai noi stessi.
Quando è arrivata poi la quarantena forzata, solo allora abbiamo preso coscienza che qualcosa potesse ancora succedere ma la cosa per molti era ancora lontana dalla propria porta. Tutti a studiare il decreto per trovare una giustificazione alle proprie uscite, per riuscire a sgattaiolare e per poter continuare a vivere ancora una vita, quella dell’altroieri, che sembrava di colpo esser diventata precaria.
Abbiamo all’inizio cantato sui balconi, un po’ alla volta è venuta meno anche questa voglia, abbiamo pensato alle mascherine dopo che, sino a 15 giorni fa, avevamo pensato solo alle maschere di carnevale per i nostri bambini.
Di colpo, proprio noi che avevamo sottovalutato il problema, che avevamo pensato che riguardasse solo l’altra parte del mondo, abbiamo cominiciato a inveire contro chi doveva fare questo, poteva pensare a quello, avrebbe potuto farlo prima. Eravamo un popolo di poeti, di navigatori e di commissari tecnici. Siamo diventati tutti virologi, economisti e statisti.
Ora i bollettini della Protezione Civile, i numeri spietati, le immagini delle corsie di taluni ospedali, le bare di Bergamo ci fanno paura, ci spiegano che tutto quello a cui ci eravamo dedicati sino a poco tempo fa passa in secondo piano rispetto alla evidente necessità di salvare la propria pelle.
Non vediamo l’ora di tornare alla vita di tutti i giorni, alla programmazione del nostri viaggi, all’entusiasmo di uscire per lavorare, ritorneremo certamemte a parlare delle scelte del commissario tecnico della Nazionale, torneremo a tifare per le nostre squadre. Lo faremo però in modo diverso, con una rinnovata coscienza, con la consapevolezza che la vita la si può perdere all’improvviso, senza preavviso. È una cosa che non succede solo agli altri, succede a tutti noi.
Se lo capiamo, se ora cerchiamo di remare tutti nella stessa direzione,senza la necessità di interpretare i decreti, ne usciremo più forti di prima.
Quelle bare allineate sono un triste insegnamento per tutti noi.

Alberto Mangano

Giornalista sportivo , opinionista televisivo. Tra le sue collaborazioni quella con Il Mattino di Foggia. Autore del sito www.manganofoggia.it sulla storia, la cultura e le curiosità sulla sua città. Autore inoltre di diversi libri su Foggia e sul Foggia.
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