Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
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Come l’Italia di Bearzot

“Oggi è bello essere italiani” titolava un articolo di fondo della Gazzetta dello Sport il 12 luglio dell’82, il giorno dopo l’impresa della nazionale di Enzo Bearzot che, superando innumerevoli insidie, alzava una coppa che univa tutta l’Italia anche quella che la domenica non era avvezza a seguire vicende legate ad un pallone che rotola su un campo di erba.
Oggi si è orgogliosi allo stesso modo per uno sport che, grazie anche ad una coppa vinta solo una volta ben 47 anni fa, ritorna prepotentemente ad appassionare una nazione intera. E sì, chi ha i capelli bianchi si avvicinò ad uno sport dove i punti si contavano curiosamente 15 alla volta, grazie a Panatta, Barazzutti e Bertolucci che ebbero il merito di sdoganare racchette e palline. Grazie a loro la gente, anche quella notte, fu orgogliosa di essere italiana.
Il tennis da allora ha avuto vicende altalenanti ma la sensazione, in questi ultimi decenni, era che forse quella vittoria restava un’impresa irripetibile. E così è stato sino a 24 ore fa quando, ironia della sorte, l’Italia aveva avuto il destino di incontrare la Serbia di Djokovic, del marziano Djokovic, quella Serbia che sembrava dover arrivare in finale agevolmente, soprattutto quando il numero uno al mondo si trova a giocarsi la finale con tre match ball consecutivi contro il sorprendente Sinner. A quel punto era finita, e quella “insalatiera” restava una lontana emozione vissuta in quella notte di Santiago del Cile.
Ed invece Sinner regala l’impresa che ha il sapore di quella famosa parata di Zoff al Bernabeu su colpo di testa di Oscar. Una parata che cambiò il destino di quel mondiale. Sinner, vincendo quel match, fa rivedere la luce in fondo al tunnel. La Coppa Davis ha la magia di unire una squadra di solisti sotto una unica bandiera per cui si vince e si perde tutti insieme, pertanto un “bravo” va anche a Sonego ieri e a Arnaldi che in finale aveva forse il compito più arduo.
26 novembre 2023 – 11 luglio 1982, due coppe riportate a casa dopo oltre 40 anni.
Bravi ragazzi, alzate l’insalatiera e cantate con orgoglio “Fratelli d’Italia…” insieme a tutti noi. Grazie soprattutto perchè qualche altro ragazzino da oggi vi seguirà, esattamente come facemmo noi con la Davis di Panatta che ci avvicinò a questo sport dove i punti stranamente si contavano di quindici in quindici.

Alberto Mangano

Giornalista sportivo , opinionista televisivo. Tra le sue collaborazioni quella con Il Mattino di Foggia. Autore del sito www.manganofoggia.it sulla storia, la cultura e le curiosità sulla sua città. Autore inoltre di diversi libri su Foggia e sul Foggia.
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