Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
In primo piano L'opinione

Condannati a schierarsi

La cosa più profonda e triste che ho trovato sui social in queste ore è stato n post che recitava così: “Mai una gioia!” Quanto è vero!
Una cosa è certa, è sempre stato difficile mettere d’accordo una piazza sulle vicende rossonere, successe per chi era a favore di De Zerbi e per chi lo era di Stroppa, la gente si divise su Di Bari e su Nember, lo fece per chi sosteneva la gestione Sannella e chi auspicava un cambio al vertice. Forse è sempre stato così, forse dappertutto succede così ma di certo basta esprimere un solo giudizio per essere collocato nella casella dei favorevoli o in quella dei contrari. Ci voleva ora anche il “duello” Gallo-Canonico
Quindi ci tocca anche oggi esprimere una opinione su una vicenda che in ogni caso, questo è certo, amareggia tutti, protagonisti compresi.
Devo dire la verità, ho sentito attentamente le dichiarazioni di Canonico e di Gallo, ho provato a risentirle una seconda volta e faccio fatica, non certo per non prendere posizione, a dare un giudizio equilibrato ed obiettivo.
Un paio di giorni fa avevo analizzato i numeri di mister Gallo che, essendo numeri sono fatti, e ovviamente, come pensa la stragrande maggioranza dei foggiani, non resta che fare solo i complimenti al mister. Di contro nessuno può negare che la società gli ha messo a disposizione dei calciatori importanti che hanno seguito le direttive del mister e hanno portato a casa quei risultati sportivi che qualche mese fa sembravano impensabili. Tutto questo a dimostrazione che quando si lavora bene tutti insieme a tavolino e sul campo i risultati arrivano. Tali risultati alla fine sono fatti e i fatti non sono opinabili, pertanto bisogna dare i giusti meriti a chi li raggiunge.
Veniamo ora alle dichiarazioni dei due “contendenti”. La sensazione che è emersa immediatamente è sembrata subito grottesca. Sembrava di assistere alla separazione di una coppia di coniugi che, dinanzi al giudice, si buttano gli stracci in faccia senza pudore.
Sentendo le due dichiarazioni, non essendo complementari e non riscontrando alcun punto di contatto se non sull’acquisto di Kontek e su un mancato rinnovo di contratto, evidentemente qualcuno ha bluffato anche se non su tutto.
Esordisce Canonico, indifendibile quando attacca Gallo sul piano personale o quando parla dei “cinesini”, pur comprendendo quale fosse il suo pensiero; ho sempre apprezzato gli imprenditori che non hanno trovato il letto già fatto, che hanno saputo creare le proprie fortune dal nulla, pertanto da uno come Canonico non mi sarei aspettato espressioni che potessero offendere chi, pur lavorando, non gode della visibilità di chi gli è accanto.
Al tempo stesso Canonico parla di mercato, delle scelte societarie, dei calciatori giunti e di quelli che non sono arrivati. Si parla di una richiesta di rinnovo da parte del procuratore del mister sulla quale lui stesso decide di rimandare. I calciatori convocati per l’allenamento restano attoniti, la gente fuori allo stadio non comprende la scelta clamorosa, la curva Nord prende le distanze dal mister in maniera netta.
Gallo deve spiegare, non sappiamo se lo avrebbe fatto se non ci fosse stata la prima conferenza stampa, questo comunque interessa poco, ora bisogna motivare.
Così come ho contestato il modo di porsi del presidente, allo stesso modo una cosa al mister mi sento di dirla. Si può decidere di andar via ma bisogna comunicarlo innanzitutto alla squadra. Cinque mesi a Foggia, cinque mesi di ottimo lavoro si fanno anche grazie a ragazzi che hanno sudato la maglia contribuendo alla scalata dal penultimo al quarto posto. In ogni caso Gallo oggi ha incassato un valore aggiunto in questa sua breve esperienza anche grazie a loro. Una chiacchierata di 15 minuti nello spogliatoio prima dell’allenamento di martedì pomeriggio era d’obbligo
E veniamo alla replica. Il mister si presenta con degli appunti per rispondere punto su punto. Senza voler entrare nello specifico, la cosa più importante che emerge è la difficoltà del mister ad allenare con ingerenze nel suo lavoro da parte del presidente e di una sorta di “mobbing” con l’incubo di esser esonerato alla prima sconfitta. Cose gravi certamente anche se non sembra sia emerso una vera e propria imposizione di scelte tecniche da parte del presidente. Chi sta nel calcio da tanto tempo sa benissimo che spesso qualche chiacchierata e confronti diciamo “spinti” si sono spesso verificati. Resta il fatto che comunque lo spettro dell’esonero di Gallo alla vigilia di ogni partita sembra proprio una cosa molto grave anche perchè non meritata. Il ds è alla ricerca di un nuovo tecnico? Beh, questo ci può stare, un buon ds deve sempre avere un taccuino “dinamico”, qualche chiacchierata in giro può farsela, vuol dire che fa bene il suo lavoro, così come lo farà il procuratore di Gallo quando cerca di migliorare la situazione del suo cliente, magari trovando anche nuove alternative. Tutto ciò non lo vedo come un grande problema.
Un dubbio però mi viene e vorrei chiederlo al presidente. Non mettendo in dubbio quanto affermato da Gallo e cioè che la spada di Damocle era sulla sua testa da Pescara in poi, come mai non ha approfittato della sconfitta di Alessandria, una sconfitta importante al di là di come è maturata, per dare il ben servito al tecnico?
E comunque una cosa alla fine mister Gallo ce la lascia dimostrando di uscirsene a testa alta e con la schiena talmente dritta da provare a chiedere addirittura di restare in quest’inferno addirittura anche per il prossimo anno. Con quel presidente? Mister Gallo ci vuole un coraggio.
Ho sentito fare paragoni con la vicenda di Zeman. Con il boemo fu diverso. Allora i due contendenti si chiusero in una stanza per sette ore e solo loro sanno quale fu il motivo del contendere al di là delle più svariate ipotesi formulate da quel giorno in poi. Anche allora si parlò comunque di contratto a fine stagione e non certo a febbraio. Forse mister Gallo avrebbe dovuto informarsi con chi si andava ad imparentare.
Al di là di tutto, questa vicenda è servita, ancora una volta, a dividere e non ad unire. Bastava un po’ più di tatto e di buon senso.

Aveva proprio ragione colui che ha scritto: “Mai una gioia!”
Andiamo avanti … pensiamo a vincere ad Andria!

Alberto Mangano

Giornalista sportivo , opinionista televisivo. Tra le sue collaborazioni quella con Il Mattino di Foggia. Autore del sito www.manganofoggia.it sulla storia, la cultura e le curiosità sulla sua città. Autore inoltre di diversi libri su Foggia e sul Foggia.
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