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Un ragazzo cresciuto a latte, biscotti e gol

di Antonio Cascavilla

Caro calcio e caro sport,oggi voglio raccontarvi una cosa.

Non il solito fatto di cronaca sportiva o la notizia dellultimora di mercato, ma la mia storia. Dal momento in cui tutto è iniziato, dal primo titolo pubblicato su Solofoggia.  

Sarò un polungo, quindi cari lettori e care lettrici prendete del tempo per leggere questa lettera.

La passione per il giornalismo sportivo è nata per caso. Quella per il calcio è sempre esistita.

Fino alletà di quindici anni volevo entrare in polizia, i reparti speciali delle forze dellordine mi hanno sempre interessato. Poi ho capito che forse di speciale avevo qualcosa. Così, un bel giorno, mentre ero a pranzo al ristorante giapponese con i miei amici, arriva una telefonata. Dallaltra parte del telefono cera il direttore di Solofoggia, Giovanni Vigilante. Mi chiese di scrivere per il quotidiano on line e di seguire il Mondiale di Russia 2018. Accettai subito.

La prima partita fu Russia-Arabia Saudita.

Il match finì 5-0 per i russi. Persi solo lultimo gol a causa di un temporale abbattutosi su San Giovanni Rotondo e che fece saltare il segnale del televisore.

Il giorno successivo era importante. Giocava lArgentina e non potevo seguirla perché allo Stadio San Nicola di Bari cera tuttaltro che un match di calcio. Cera il concerto di Vasco Rossi ed io ero al centro della Curva Nord. Scrivere mentre Vasco intona Albachiara non mi sembra il caso.

Come in tutti i racconti anche nel mio c’è un intreccio.

Mi devo ricoverare in ospedale per un intervento chirurgico. Ma il Mondiale sarà sempre con me. Durante il post intervento continuo a scrivere. È lunica cosa che riesce a distrarmi dal dolore.

Sono tante le storie che ho raccontato. Come faccio a dimenticare ragazzi come Davide Astori e Rocco Augelli.

Riguardo Astori, vi racconto questo piccolo episodio. Il 4 marzo era una giornata cupa e fredda. Presso lo Stadio Tonino Parisi di San Marco in Lamis si disputa la partita tra ASD San Marco e Bitonto valida per il campionato di Promozione pugliese. Il match termina con uno spettacolare 3-0 per i celestegranata. La mattina, alle ore 11.00, era arrivata la notizia della morte di Astori. Non si poteva restare in silenzio, bisognava fare qualcosa. La sera presi il mio solito taccuino e scrissi un mio pensiero per Davide.

Rocco Augelli, invece, era un giovane attaccante figlio del Gargano e della Puglia. Amava il gol. Purtroppo non lho mai visto giocare dal vivo e questo mi crea rabbia. Chi era soprannominato AR7 aveva qualcosa in più, una qualità diversa. Di questo sono più che certo.

Come fate a dire che è solo un gioco? Spesso quando sento alcune affermazioni resto stupito. Non pensate che sia gente che capisca di calcio o di sport. Se parlate di Olimpiadipensano a quelle di matematica.

Ci sono stati anche episodi belli. In primis il Giro dItalia. Una tappa lunga e faticosa, vinta da due ciclisti italiani: Fausto Masnada e Valerio Conti. Oppure la promozione del Foggia in Serie B.

Per me lo sport è sempre stato importante. Non possiamo abbandonarlo.

Lo sport non può essere disegnato ma può essere rappresentato. Quando andiamo al parco, in quel momento siamo lo sport, siamo degli atleti.

Poi c’è il calcio. Quello che porterò sempre con me. Lo sport che unisce, che emoziona, che ci ha resi forti e grandi nei momenti di difficoltà e che ci ha rialzati da un lockdown che ha messo tutti in ginocchio.

In questi anni ho imparato una cosa: ci vuole tanta passione e umiltà .

Grazie sport, grazie calcio.

Firmato: un ragazzo cresciuto a latte, biscotti e gol.

Redazione Solofoggia.it

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