Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
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Torna la Supercoppa e ricorda Pietro

Torna la Supercoppa a San Michele, torneo di calcio che forse mancava da troppi anni e che appassionava i foggiani nelle calde sere d’estate.
Torna per volontà di Salvatore Vacca che ha voluto fortemente, a distanza di anni, che si rimaterializzasse questo simbolo di quello che a Foggia viene comsiderato il “calcio minore“, quello che però è stato il trampolino di lancio per tanti ragazzi che sognavano di calcare il prato del calcio che conta.
Numerosa la gente che ha seguito il torneo sino alla finale che si è disputata giorno 4 luglio e che ha visto la “Maizzi” e il “Sacro Cuore” contendersi la prestigiosa coppa.
Questa è una rinascita che parte da un sorriso che si è spento solo un mese fa, quello contagioso e solare di Pietro Tusiano, calciatore scomparso, a cui tutti hanno voluto intitolare il torneo a partire proprio da quest’anno.
Pietro era un ragazzo di 27 anni che ha vissuto la sua vita intorno al pianeta pallone da quando probabilmente era ancora in fasce. Il Signore gli aveva donato il talento, le capacità e lui le ha saputo coltivare sino a quando lo stesso Signore ha pensato per lui di farlo giocare nelle immense distese del Paradiso. E lui, con il suo splendido sorriso, quello che non lo ha abbandonato nemmeno su un letto di ospedale, ha accettato con serenità questo invito, come sa fare un adulto, una persona matura a dispetto della sua tenera età.
Era presente la sua famiglia alla finale del torneo, una famiglia devastata dal dolore ma con la dignità di chi sa vedere, attorno ad una palla che rotola, la vera essenza della breve vita di Pietro, la sua vera ragione di vita perchè per lui il pallone era tutto, dai tempi in cui bambino giocava per strada, in campi impolverati, con la pioggia, con la neve, con 40 gradi ma sempre con la sua costante, quel sorriso immortale.
Abbiamo visto gente, sulla tribunetta di San Michele, commentare una qualsiasi bella giocata in campo, confrontandola spontaneamente con una delle tante che Pietro ha regalato a chi ha seguito le squadre nelle quali ha militato.
La sensazione è che lui è stato presente alla finale, che dall’alto ha saputo applaudire i 22 in campo magari regalando loro un consiglio, la possibilità di una giocata, come sanno fare solo i grandi campioni.
La finale che è partita dal calcio di inizio del nipotino di Pietro e che si è conclusa con la consegna della coppa da parte del fratello maggiore, colui che ha guidato negli anni la crescita calcistica del povero ragazzo, si è conclusa con la vittoria della Maizzi per 5-1. Per la cronaca hanno segnato l’inossidabile Manolo Stango (due reti), Ricucci, De Vivo e Barisciani. Il gol della bandiera per il Sacro Cuore è stato realizzato dal giovane talentuoso Verderosa.
… il tutto sotto lo sguardo vigile di un angelo che sorrideva da lassù…

Alberto Mangano

Giornalista sportivo , opinionista televisivo. Tra le sue collaborazioni quella con Il Mattino di Foggia. Autore del sito www.manganofoggia.it sulla storia, la cultura e le curiosità sulla sua città. Autore inoltre di diversi libri su Foggia e sul Foggia.
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