Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
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Quanto ci manca lo “Zac”

di Mimmo Attini

È da quasi tre mesi che il campionato di serie D è fermo e quasi sicuramente non riaprirà più. Abbiamo sentito di tutto in questo periodo per decidere il campionato, dalla classifica bloccata, ai ripescaggi, bisogna ripartire dalle piazze, meriti sportivi. Il destino del Foggia dipenderà più dalle stanze del potere che dalla capacità dei sui undici di conquistare la promozione sul campo.
Eppure, il Foggia era ad un punto dalla capolista Bitonto, con lo scontro diretto allo Zaccheria; la sensazione era quella di un finale di campionato entusiasmante, con le due pretendenti a giocarsi il campionato fino all’ultima sfida. E poi la forza dello Zaccheria, che nello scontro diretto contro i neroverdi bitontini avrebbe rappresentato il dodicesimo uomo in campo, pronto ad incutere timore agli avversari.
Il tutto nell’anno del centenario, magari da far coincidere con la festa promozione.
Ed invece è tutto fermo, l’unica certezza è lo stato di confusione e di smarrimento tra i tifosi rossoneri. Cosa sarà del Foggia, da quale serie ripartirà, ritorneremo a saltare, a cantare e ad abbracciarci allo Zac per festeggiare un gol dei ragazzi. Si ha la sensazione di vivere una vita sospesa, qualcosa di irrealizzato quando il traguardo era a pochi metri; si ha la sensazione di un urlo strozzato in gola quando la palla sta per entrare in rete e qualcuno stacca la spina.
In questi giorni del centenario si è parlato di tutto, vecchie glorie, vittorie mitiche contro avversari blasonati, Zemanlandia. Ma manca qualcosa, manca il rituale, il tifo organizzato e festoso; manca quella muraglia umana che saltella e fa coreografie; mancano le chiacchiere tra amici per organizzare la prossima trasferta o l’appuntamento prepartita per entrare allo Zac tutti assieme. Ed è proprio quello che maggiormente si è letto in questi giorni, manca quella forza di poter rappresentare una comunità orgogliosa dei suoi colori. Manca il tempio per i suoi fedeli, lo Zaccheria.
Non sappiamo come finirà, possiamo solo sperare di rivedere questa piazza e queste maglie in una categoria più consona al suo blasone. Ma tutto avrà senso, se quelle gradinate potranno ancora una volta riempirsi di tifosi festanti, ed allora quell’urlo strozzato in gola potrà finalmente liberarsi all’interno dello Zac.

Redazione Solofoggia.it

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