Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
In primo piano La partita

Pasquetta thriller allo Zaccheria

Per raccontare la tragedia sportiva consumatasi allo Zaccheria in un piovosa serata di lunedì in albis, bisogna ripercorrere a ritroso quanto accaduto, rivivendo attimo per attimo situazioni che neanche il migliore sceneggiatore avrebbe  mai potuto immaginare. Al leggere la formazione titolare rossonera un immediato sconforto assale gli increduli tifosi accorsi allo stadio che così vedono partire dal primo minuto, nella gara più importante della stagione, Loiacono al posto di Martinelli squalificato, Cicerelli sostituire un acciaccato Deli, Busellato in vece di Agnelli ed il giovane Matarese affiancare Mazzeo. E se il primo cambio è scontato vista la moria di difensori, gli altri offrono più di un punto di riflessione soprattutto perché in panchina rimangono i “colpacci” del mercato estivo, i tre tenori, Iemmello, Chiaretti e Galano.

Quando al settimo minuto la zampata maldestra di Di Gennaro devia nella propria porta un insidioso cross del funambolico Cicerelli, tutto lo stadio esulta ricredendosi immediatamente  sulle scelte di Grassadonia. In campo ci sono soli i satanelli, i toscani sono poca cosa imbrigliati dal possesso palla rossonero e dalle continue sortite di Kragl, Cicerelli, Busellato e Matarese. Tanta foga a volte porta a qualche errore ma fra i pali del Foggia c’è un tale Leali che dimostra tutta la sua bravura respingendo in tuffo l’unica conclusione amaranto degna di tal nome del montenegrino Raicevic. Al 39′ il raddoppio foggiano nonostante un intervento miracoloso di Zima su conclusione in  acrobazia di Mazzeo; sul proseguimento dell’azione, Gerbo, da quinto a quinto, serve Kragl,  ed il tedesco al volo raddoppia. Lo Zaccheria è in delirio, si va al riposo con il doppio vantaggio che vale 3 punti e mezzo di distacco sui malcapitati ospiti e che ribalta di fatto il disastroso 1-3 dell’andata. C’è euforia sugli spalti, il Venezia perde ad Ascoli ed è raggiunto, il Crotone riposa ed è ad un solo punto. Si è vero! Si gioca per la seconda Pasquetta consecutiva contro una squadra toscana, ma visto come stanno andando le cose la figuraccia contro l’Empoli (0-3) dell’anno scorso è impossibile che si ripeta. Quasi.

Inizia la ripresa e Breda fa l’unica cosa che un allenatore nelle sue condizioni possa fare rinforzando l’attacco e portandolo a “tre”, con il cambio di Rocca con Murilo che subito si rende pericoloso. Anche in questa occasione Leali è strepitoso e di piedi devia in corner. E’ la sfuriata inziale, si pensa, basta resistere all’inizio prorompente degli avversari, ed il più è fatto. Non solo, il Foggia sfiora la terza rete con Matarese e due volte con Gerbo. Si arriva indenni all’ora di gioco. Breda sempre più rassegnato, gioca la carta dell’ex Gori al posto della torre Raicevic. Grassadonia risponde e, fra lo stupore generale, cambia un applauditissimo Matarese con Iemmello. A fine gara il tecnico dirà che l’ attaccante non aveva tutti i novanta minuti nelle gambe, sorprendendo coloro che pensano che se a 20 anni e dopo quattro mesi di allenamento non hai abbastanza fiato per poter portare al termine una gara, forse c’è qualcosa che non quadra. Il destino è crudele e veste la maglia, oggi bianca, con il numero nove sulle spalle. Dopo un minuto dall’ingresso in campo di “Re Pietro”, segna Gori, l’agnello sacrificato al mercato invernale. Fra i tifosi, anche i più ottimisti barcollano pensando a come trascorrere gli ultimi ventidue minuti di terrore. Per un attimo si risollevano quando Diego Valente al 27′ porge la lavagnetta elettronica al quarto uomo per la seconda sostituzione. Si pensa ad un cambio conservativo, l’incognita Boldor o la meteora Ngawa per una punta, per contenere la pericolosità dei livornesi, tanta temuta nel pre- gara,  sulle palle inattive, ed invece è Agnelli ad entrare al posto di un ottimo Busellato. Grassadonia si giustificherà dicendo di aver voluto preservare il centrocampista per la trasferta di Cremona, agendo in pratica come quel marito che si castra per non tradire la moglie. Al 31′ ancora Gori, su punizione di Diamanti, raddoppia. Il gelo avvolge gli animi sugli spalti ma c’è ancora più di un quarto d’ora per poter riacciuffare la vittoria, tempo nel quale Grassadonia non lesina un’ulteriore chicca tattica mandando sotto la doccia anzitempo l’ottimo Cicerelli, che avrebbe chiamato il cambio, e facendo entrare un Deli a mezzo servizio. Al minuto 86 Ranieri si inventa una entrata in area e cade a terra, la Var non c’è ed il fischio del signor Forneau che indica il dischetto è l’unica verità a cui credere. Dagli undici metri si reca Mazzeo, non sempre impeccabile in situazioni del genere: rincorsa corta e lenta, quasi timorosa, pallone sulla sinistra del portiere che non si lascia sorprendere e devia sul palo. Sulla ribattuta neanche a parlarne, solo maglie bianche.   E’ finita qui? Magari, le coronarie dei tifosi sono a serio rischio e non certo per il grasso delle salsicce ingurgitate in data odierna. Al secondo dei sei minuti di recupero, Giannetti subentrato a Diamanti, entra in area e si fa fare fallo da Billong che nell’incredulità generale viene espulso. Questa volta sono i livornesi a gioire per la sorpresa pasquale. Dal dischetto lo stesso Giannetti, col rigorista Diamanti negli spogliatoi, si fa ipnotizzare da Leali che salva un pareggio che ha comunque quell’amaro sapore di condanna. Certo la matematica dà ancora qualche speranza ai rossoneri che anche contro il Livorno  hanno dimostrato gravi limiti caratteriali e di tenuta. I cambi ancora una volta non hanno portato il valore aggiunto sperato. Chi è entrato non si è fatto trovare pronto, togliendo spazio a coloro i quali erano stati fino a quel momento i migliori in campo. Ora mancano solo quattro gare alla fine e non si può sbagliare più.

Foggia-Livorno 2-2
Marcatori: 7′ aut. Di Gennaro (F), 39′ Kragl (F), 68′ Gori (L), 76′ Gori (L)
Foggia (3-5-2)

Leali; Loiacono, Billong, Ranieri; Cicerelli (79′ Deli), Gerbo, Greco, Busellato (70′ Agnelli), Kragl; Mazzeo, Matarese (67′ Iemmello). A disp. Di Stasio, Noppert, Arena, Zambelli, Ngawa,Galano, Chiaretti, Boldor, Sonnini. All. Grassadonia.

Livorno (3-5-2)

Zima; Gonnelli, Di Gennaro, Boben; Kupisz, Agazzi, Rocca (46′ Murilo), Luci, Eguelfi; Raicevic (63′ Gori), Diamanti (88′ Giannetti). A disp. Crosta, Baiocco, Dainelli, Gasbarro, Fazzi, Soumaoro, Salzano, Albertazzi, Canessa. All. Breda.

Arbitro: Forneau di Roma 1.

Ammoniti: 20′ Kragl (F), 43′ Rocca (L), 60′ Agazzi (L), 65′ Murilo (F), 72′ Gerbo (F)
Espulsi: 90+2′ Billong (F)

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Giovanni Vigilante

Giovanni Vigilante

Giornalista, inizia come inviato della trasmissione sportiva Direttissima su Telefoggia, programma di successo dei primi anni del 2000. Successivamente passa a TeleRegione e segue le gesta dei rossoneri per la trasmissione Forcing. Già autore delle “Sventagliate” per Foggiasport24, collabora con il free press “Piazza Affari” per la rubrica “Piazza Rossonera” e per i siti CalciodelSud e PianetaSerieB.

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