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La Juve c’è, le italiane pure

di Rosario De Rosa

Gol e trofei, blasone e potere: è stata Barcellona-Juventus, ma anche e soprattutto Ronaldo-Messi. Insieme, questi due hanno segnato 1473 reti (anzi 1475 per la doppietta dello juventino di stasera), hanno vinto 64 trofei tra Champions, Palloni d’Oro e scudetti; che dire: due marziani!
E si è visto già nella discesa dagli spogliatoi che gli occhi sarebbero stati tutti per loro, con tutto il rispetto per Danilo, Cuadrado o Pedri.
Buffon c’è, ha fatto pure lui la sua bella figura, il vecchietto 77 tra i pali ha difeso bene, reattivo-tonico-sempre presente, a dire no alle velleità degli spagnoli e a tornare a casa con la maglietta di Messi e la porta intonsa.
Ma soprattutto la Juve c’è, uscita dal Camp Nou alla grande, come ai bei vecchi tempi negli anni 90, quando vincevamo a mani basse dappertutto e quando non ce n’era per nessuno in ogni dove.
Il Camp Nou vuoto sembra ancora più grande di quanto è: ci sono stato pure io, a una gita scolastica con i ragazzi del Marconi, capienza centomila spettatori e vastità quanto tutta la Spelonca messa insieme, e lì ho capito che la potenza di una squadra si vede anche dal numero dei tifosi. I blaugrana, con centomila culès a fare il tifo, avrebbero giocato un’altra partita? Chissà, fatto sta che è meglio vedere gli stadi vuoti che gli ospedali pieni.
Perché si chiamano culès? La leggenda narra che nel vecchio e scomparso stadio “Les Corts” dove la squadra ha giocato dal 1922 al 1957 (anno dell’apertura del Camp Nou), i glutei dei tifosi posti nelle ultime file dello stadio sporgevano a causa dello spazio limitato disponibile quando la tribuna si riempiva.
Insomma: la Juve ha vinto e ha convinto, e ha detto al mondo intero che le italiane ci sono, ci saranno fino alla fine!
Follia allo stato puro, invece, a Parigi, in occasione di PSG-Basaksehir.
Intorno al 15 del primo tempo, il quarto uomo del match, tal Sebastian Coltescu, ha segnalato all’arbitro, Ovidiu Hategan, il comportamento presunto antisportivo di Achille Webo, l’assistente tecnico del Basaksehir, dicendo in romeno “quel nero là, non è possibile comportarsi così”. Da lì la reazione generale che ha portato allo stop della gara. Complice il silenzio dello stadio, la frase è stata sentita in maniera nitida dai calciatori turchi. Demba Ba, rivolgendosi a Coltescu, gli ha chiesto: “Come mai per i giocatori neri utilizzi l’espressione ‘this black guy’, mentre per i bianchi solo ‘this guy?'”. Di fronte allo sfogo dell’ex giocatore camerunense, anche Neymar e Mbappé sono intervenuti per chiedere chiarezza al direttore di gara, che al 24’ ha accompagnato giocatori e staff fuori dal campo. Sarebbe stato proposto di sostituire Coltescu con il quinto uomo, Mariani, ma il Basaksehir avrebbe rifiutato.
Eh no, così non si fa: il rispetto va dato a tutti, ma deve essere dato da tutti, anche dai componenti arbitrali, non per altro per l’esempio che devono dare a chi scende in campo.
Si attendono decisioni dall’Uefa. Pesanti, credo…

Redazione Solofoggia.it

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