Il campo è ancora verde
di Rosario De Rosa
E mentre si delinea la cordata dei nuovi (possibili) acquirenti del Foggia Calcio, ritorno a scrivere queste mie due righe per voi, quattro lettori di Solofoggia.it; ho aspettato un po’, non mi sembrava il caso, con il mio fare faceto e leggero, dire la mia mentre tutti si prendevano a pesci in faccia (tifosi contro giornalisti, leoni da tastiera contro calciatori, i Soloni che sapevano contro chi doveva sapere, tutti contro tutti…)!
È in queste situazioni che si vede il vero volto della persona, è nelle difficoltà che un popolo, un cuore, una mente si rivela per quello che è: e noi abbiamo mostrato il peggio, cari signori e care signore, come bambini inginocchiati davanti al giocattolo rotto, come Adamo ed Eva che si incolparono l’un l’altra, come spettatori inermi di fronte alla stupidità e alla cattiveria del potente di turno, da cui abbiamo ricevuto pane con la sinistra e schiaffi con la destra.
Ieri anch’io ho letto la notizia che tutti sono svincolati: era un passo obbligato, certo, ma, siccome non sono molto bravo nei saluti e nelle conclusioni, è un morso al cuore sapere che nessuno rimarrà! Ci siamo salutati per telefono, qualcuno è pure venuto a trovarmi, ero abituato a salutare tre-quattro ogni anno, ma non tutti! Tutta una squadra intera!
Sono passato l’altro ieri allo stadio, sono entrato nello spogliatoio ed era vuoto: vuoto del futuro, del presente, di anime, di cuori, lì dove ne ho visti esultare per una bella partita o una vittoria e piangere per una sconfitta, sbattere porte per un’espulsione o una prestazione sottotono.
E, non ve lo nascondo, anch’io ho buttato giù due lacrime e mi sono seduto lì, sul posto del capitano, a inseguire ricordi, risate, sguardi…
Sono risalito nel sottopassaggio, quei due colori rossoneri non li cancella nessuno, il campo è ancora verde: ti aspetta, Foggia!