Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
Amarcord In primo piano

Era un Ferragosto di due anni fa…

14 agosto 2016, vigilia di Ferragosto: sui siti web in mattinata appare una notizia che corre veloce di ombrellone in ombrellone sotto il sole del Gargano ma anche per le strade infuocate di unaFoggia mezza deserta; questa notizia altro non è che un comunicato della società rossonera: “Il Foggia Calcio comunica di aver esonerato dall’incarico di allenatore il tecnico Roberto De Zerbi. Al tecnico bresciano, da parte del Foggia Calcio, vanno i ringraziamenti per l’attività svolta e gli auguri di migliori fortune”.
Il giorno prima il tecnico aveva guidato l’allenamento contro la Primavera dell’Avellino allo Zaccheria. La città resta di sasso alla notizia anche perché proprio la società qualche settimana prima, aveva convinto De Zerbi a rimanere in
rossonero per riprovare quello che la maledetta doppia sfida contro il Pisa aveva negato al popolo foggiano.
Le ipotesi che si fanno in città e sui social sono legate al calciomercato che non avrebbe accontentato il mister mentre si vocifera anche di un litigio con Beppe Di Bari.
In giornata viene anche annunciato il nuovo allenatore rossonero: si tratta di Giovanni Stroppa, ex allenatore del Sudtirol e vecchia conoscenza a Foggia soprattutto per il periodo trascorso da calciatore alla corte di Zeman in serie A. Per Stroppa è pronto uncontratto annuale.
Nel frattempo Roberto De Zerbi, sulla sua pagina Facebook, lascia un messaggio a tutti i tifosi del Foggia:

“Con la morte nel cuore stamattina sono stato esonerato. Da un po’ di tempo i miei rapporti con il Ds Di Bari si erano incrinati. Lui, a giugno, per convincermi a rimanere mi ha fatto una serie di promesse mai mantenute. La figura di Colucci, fortemente voluta da me, non ha portato nessuna miglioria. Io sono consapevole di avere un carattere spigoloso, so di non avere a volte i modi eleganti ma io vivo per il mio lavoro. Da due anni ad oggi avevo messo il Foggia davanti a tutto e tutti, famiglia e carriera comprese. Il mio difetto è essere esigente con me stesso, con i calciatori e con tutti coloro che lavorano con me, dai magazzinieri al giardiniere. Anche con i Direttori Sportivi ho
ragionato così. Io se prendo un impegno mi assumo responsabilità e ci metto la faccia. Quest’anno era per me un anno dove non si poteva sbagliare niente. Il mancato rinnovo di Gigliotti, il non aver ancora sostituito Iemmello e Di
Chiara da tempo partenti, alcune trattative saltate per ragioni futili o la mancanza di attenzione per il campo di Amendola abbandonato dall’11 giugno e che non sarà pronto prima di novembre sono alcune tra le cause della
mia insofferenza. Sul mercato ho chiesto alla società di allestire una squadra importante. Mi sono opposto ad esborsi economici fuori da ogni logica ma ho sempre ricordato che quest’anno Foggia voleva vincere e l’aver dichiarato che si
puntava al 1º posto comportava oneri da mantenere nei confronti della gente. Nonostante sentissi tutto questo come un problema grave non mi sarei mai permesso di chiedere “O io o Di Bari” perché ricordo bene essere stato colui
che mi ha dato l’opportunità di iniziare ad allenare e nemmeno ho mai fissato un out-out per forzare acquisti di calciatori.
Ho denunciato questo mio pensiero al fine di dare una sterzata netta con quello che si stava facendo. Per il bene di tutti. Scrivo queste righe perché non voglio che venga buttato fango sulla mia persona. Io ho rinunciato a categorie superiori perché mi sento questa squadra una questione di pelle e non sono pentito. Sento di essere a posto con la mia coscienza. Sono un passionale istintivo quindi facilmente predisposto a sbagliare e nei modi e nei tempi. Ma sono vero, leale, sincero e coerente. Con tutti. Dal più forte al più debole. Ringrazio i fratelli Sannella per quello che
mi hanno dato in questi mesi. Mi dispiace non essere riuscito a farmi conoscere bene. Forse avrei dovuto coltivare di più il rapporto con loro e magari avrebbero apprezzato la mia professionalità e il mio lato umano. Sono convinto di aver fatto tutto nel loro interesse talvolta dimenticando i miei di interessi.
Ringrazio i miei giocatori che porterò sempre nel cuore. Mi dispiace lasciare una cosa da me costruita. Giorno dopo giorno. Ringrazio la gente dello Zaccheria. Il mio stadio. L’orgoglio più grande per me è aver contribuito a riempirlo nuovamente e di aver fatto appassionare tante persone alla squadra.
Non penso di essere l’allenatore più bravo che è passato da qua ma forse uno dei più attaccati.
Io per Foggia c’ero ci sono e ci sarò sempre. Forza Foggia”
Ovviamente questa dichiarazione d’amore nei confronti dellacittà, della squadra e della piazza esaspera ancor di più i tifosi delusi dal repentino allontanamento e in tanti attribuiscono le colpe di questo divorzio al d.s. Di Bari, reo di essere in netto ritardo nell’allestimento di una rosa competitiva.
Dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Fedele Sannella carca di spiegare i motivi della separazione: “Per noi è stata una decisione sofferta, ma obbligata. Ci abbiamo riflettuto parecchio prima di fare questa mossa, che ai più potrà apparire incomprensibile. C’era un’incompatibilità fra noi e lui che andava avanti ormai da diverso tempo. Voleva fare tutto, anche il direttore sportivo, e noi i ruoli li rispettiamo. Sul piano tecnico non si discute, è un grande allenatore e sono convinto che troverà presto un’altra squadra. Anzi, forse l’ha già trovata. Ma il carattere lascia a desiderare: ecco, spero che questa esperienza gli serva per maturare e per cambiare.”

Tra l’altro il patron rossonero parla anche del nuovo tecnico e della squadra: : “Giovanni conosce bene l’ambiente, pratica lo stesso modulo di De Zerbi ed è un tecnico che stimiamo. I tifosi continuino a seguirci perché non si pentiranno. Quanto ai giocatori, ho incontrato Agnelli e Angelo. Inizialmente è vero, non l’hanno presa bene. Ma sono professionisti e sono convinto che continueranno a fare ciò che devono.”
E’ sicuramente un ferragosto caldo quello che vivono i tifosi del Foggia anche perché, a 24 ore di distanza dall’esonero, cominciano a circolare voci di riunioni fiume in società, di incontri con De Zerbi verso il quale sarebbe pronto un clamoroso dietro front con conseguente esonero lampo per Stroppa; comincia anche a circolare una voce secondo la quale alcuni calciatori sarebbero pronti ad annullare i propri contratti con il Foggia per rispetto nei confronti del tecnico bresciano.
Le ipotesi sono le più fantasiose ma tutte figlie di una decisione che in ogni caso aveva lasciato sgomenti tutti; con il tempo si saprà che le decisioni della società furono irremovibili e i dirigenti con convinzione si affidarono a Giovanni Stroppa per riprovare a fare immediatamente il salto di categoria, ipotesi per molti ormai remota.
Dopo aver pensato che potesse succedere ormai di tutto, i tifosi, il 17 mattina intorno alle 9,30, vedono partire il pullman dallo Zaccheria con tutti i calciatori e con il tecnico Giovanni Stroppa.
Dello staff tecnico partono per Norcia solo Brescia e Di Bitonto.

da “Stroppa, dalla diffidenza alla differenza” di A.Mangano e G.Vigilante

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Redazione Solofoggia.it

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