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Cosa manca a questo Foggia?

di Michele Caggiano 

La serie B di quest’anno appare sicuramente più impegnativa della stagione precedente: si nota, infatti, un maggior distacco tra le squadre che la guidano e quelle che stazionano nei bassifondi della classifica.
Alla 13esima giornata della stagione 2017-2018, il Frosinone comandava la classifica con 23 punti, l’Ascoli la chiudeva con 13: in mezzo, altre 20 squadre distaccate l’una dall’altra di pochi punti se non di uno solo. La distanza tra zona Playoff e zona Playout era praticamente impercettibile: il Parma, ottavo a 20 punti, distava soli tre punti dalla vetta e sei dal Foggia che stazionava a 14 punti in zona playout,
La stagione in corso vede il Palermo capolista con 26 punti, ben 20 punti in più dell’ultima della classe, il Livorno. Il Crotone, 15esimo in zona playout, dista 12 punti dalla vetta. Il particolare che, tuttavia, è più evidente, è la netta separazione tra le zone alte e quelle basse della classifica. Le ultime 5 (in ordine, Crotone, Padova, Carpi, Foggia, Livorno) appaiono in ritardo rispetto a tutte le altre e, visto l’andamento delle ultime giornate di campionato, in prospettiva appare più probabile che il gap con le prime si accentui.
Le cause di questo andamento sono da ricercarsi sicuramente nella riduzione del numero di squadre partecipanti che ha ridotto, in primis, le partite da disputare sottraendo ad ognuna la possibilità di totalizzare potenzialmente altri 18 punti. Il campionato a 19 squadre, tuttavia, sta facendo emergere maggiormente le qualità degli organici, con squadre che hanno approfittato anche delle “svendite” estive per allestire rose più competitive.
Il Foggia paga, pesantemente, la penalizzazione ricevuta ad inizio di campionato. Il -8 di partenza ha sicuramente influito psicologicamente sulla squadra che si ritrova ad affrontare ogni partita quasi come un match da ultima spiaggia sin dall’inizio della stagione. E’ palese infatti che, al netto della penalizzazione, il Foggia si troverebbe a soli 3 punti dalla zona playoff, a dimostrazione della bontà della rosa a disposizione, che però ha dimostrato più di una lacuna in qualche ruolo chiave.
Scorrendo la classifica, si nota che il Foggia ha incontrato quasi tutte le prime della classe, tranne Salernitana e Perugia che attualmente occupano il settimo e l’ottavo posto, gli ultimi disponibili per la corsa playoff. Ebbene, negli scontri diretti con queste squadre il Foggia ha perso spesso e volentieri punti per strada: contro il Palermo, si faceva rimontare in casa, nel secondo tempo, l’iniziale gol di Kragl; contro il Lecce, concedeva la clamorosa rimonta ai salentini dopo il doppio vantaggio siglato da Deli e Tonucci; a Cittadella, strappava un prezioso pareggio schierando una squadra “sperimentale” e dopo il vantaggio siglato da Chiaretti; a Pescara, soccombeva ai biancoazzurri dopo aver controllato la partita per lunghi tratti e dopo aver fallito il rigore del vantaggio con Mazzeo; nella partita casalinga contro il Brescia subiva la doppia rimonta dei lombardi dopo aver centrato anche due legni; a Benevento si imponeva per 3 a 1 al termine di una sontuosa partita.
Negli incontri disputati contro Ascoli, Spezia e Venezia, che attualmente stazionano a centro classifica, il Foggia ha racimolato 5 punti rivenienti dalla vittoria casalinga, sofferta, contro i marchigiani, dallo sfortunato pari di La Spezia (con i due legni di Chiaretti e Mazzeo che gridano ancora vendetta), dallo sventurato pareggio casalingo contro i lagunari, che ha suscitato più di un mugugno nella tifoseria.
Contro le dirette avversarie in zona retrocessione fin qui affrontate, Carpi e Padova, il Foggia ha ottenuto due vittorie casalinghe: con il Carpi, la larga vittoria finale ha parzialmente oscurato la performance negativa degli ultimi 20 minuti con i veneti che hanno accorciato le distanze siglando due gol e rendendosi più volte pericolosi; contro il Padova, la vittoria è arrivata in rimonta, suggellata da una perla di Cicerelli.
Discorso a parte meritano le partite disputate in Calabria contro Crotone e Cosenza, perse in malo modo dal Foggia, mai sceso in campo.
L’analisi generale delle partite fin qui disputate evidenzia, prima di tutto, che il Foggia ha un organico in grado comunque di giocarsela con tutte; che la penalizzazione subita pesa sulla mentalità della squadra più che sulla effettiva capacità di risalire la china; che la squadra ha perso troppi punti soprattutto nel momento in cui aveva il controllo della partita, subendo il più delle volte delle clamorose rimonte. Allora, ci si chiede: cosa manca effettivamente al Foggia? Al di là delle difficoltà tattiche, della mancanza di gioco e della tenuta atletica, problemi che devono essere risolti da persone sicuramente più competenti di chi scrive, ai Satanelli fino ad ora è mancata la tenuta mentale, la concentrazione, la voglia di reagire ad un episodio avverso. Tranne che nella trasferta a Benevento, è mancata un po’ di quella sana cattiveria agonistica che ti fa ammazzare le partite quando ne hai la possibilità o portare a casa la vittoria quando ormai ce l’hai in pugno. E se hai quella, anche se giochi male, la pagnotta a casa riesci comunque a portartela e, in un campionato iniziato con una salita degna dello Zoncolan, il risultato è la prima cosa che conta.
Domenica i rossoneri sono attesi da una decisiva sfida salvezza al Picchi di Livorno. Uscire con il risultato pieno è un obbligo per l’allenatore, il cui destino sembra sempre più appeso all’esito di questo match, e per i giocatori, che possono dimostrare tutto il loro valore e la loro voglia di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Con un pizzico di garra in più, che non guasta mai.

Redazione Solofoggia.it

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