A Pescara non si inverte la rotta
di Mimmo Attini
Terza sconfitta consecutiva del Foggia dopo Crotone e Palermo. Ma se coi calabresi e i siciliani, le sconfitte erano arrivate contro due pretendenti alla promozione diretta in serie A, la battuta d’arresto contro gli abruzzesi fa particolarmente male perché rimediata contro una squadra alla portata dei rossoneri.
Il Foggia riesce ad avere il 55% del possesso palla in casa del Pescara ed ha rischiato di portare a casa l’intera posta se Mazzeo non avesse sbagliato un rigore a 20 minuti dalla fine, quando si era ancora sul risultato di parità.
Ma con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte, soprattutto nel calcio.
Questa ennesima sconfitta ha praticamente spaccato la piazza. Da una parte ci sono coloro che continuano a predicare calma, che riconoscono a mister Grassadonia di aver messo in campo una squadra che ha fatto la partita dominando per larghi tratti il Pescara: “se bomber Mazzeo avesse segnato il rigore, oggi avremmo parlato di impresa”.
Dall’altra parte ci sono coloro che a gran voce chiedono l’allontanamento di Grassadonia, ritenuto il vero colpevole di un gioco che non riesce ancora a decollare. Gioco lento e prevedibile, giocatori fuori ruolo, cambi sbagliati, Mazzeo che sembra sempre più solo e impacciato, lontano parente di quello ammirato nello scorso campionato.
Certo si sa che il calcio è fatto di episodi, però sarebbe opportuno e corretto fare chiarezza su alcuni punti.
Innanzitutto è evidente che l’assenza di Agazzi e soprattutto di Greco hanno tolto moltissimo all’impostazione del Foggia, considerando che Carraro, tolta la partita col Carpi, è sembrato lento e impacciato come play basso. Ma soprattutto sarebbe opportuno capire qualcosa di più sull’entità dell’infortunio e dei tempi di recupero di Rizzo, di cui si dice un gran bene, e Iemmello.
È evidente che in una situazione in cui devi fare un campionato di partenza con grande determinazione, per annullare il gap della penalizzazione, non puoi puntare su giocatori i cui tempi di recupero sembrano un mistero. Allora è evidente che anche al Ds Nember qualcosa è sfuggito di mano.
Il campionato si fa sempre più in salita, perché le altre concorrenti si allontanano sempre di più e sui rossoneri pesa ancora quel -5.
Bisogna continuare a lavorare senza lasciarsi prendere dalla negatività.
Forse, mai come adesso, bisogna stringersi attorno ai ragazzi e al mister per far sentire loro il sostegno di una tifoseria che ha sempre incoraggiato i propri beniamini.
Mercoledì, allo Zaccheria col Padova, avremo un’altra occasione per invertire la rotta.