La partita vista da Pierluigi
di Pierluigi Salvatore
In una partita, deprimente sul piano del gioco, stucchevole, noiosa, a tratti penosa, il Foggia riesce a strappare un fortunoso successo in casa della Viterbese, dove non giocava gare ufficiali dal lontano 22 Febbraio 2004 (vantaggio di Del Core, e gol del pareggio di Martinetti).
Lo fa al cospetto di una formazione la quale anch’essa come i rossoneri, aveva, (ed avrà nelle prossime sfide) la necessità di punti per uscire dalla zona calda, anche alla luce della forte contestazione della tifoseria gialloblu, che ha portato in settimana al cambio di panchina con l’avvento dell’ex trainer del Bitonto, Roberto Taurino.
Nel primo tempo, c’è davvero poco pochissimo, da segnalare, dove sebbene il Foggia abbia il controllo della sfera, non riesce mai ad imbastire una sola azione degna di nota, intestardendosi con la continua ricerca dei lanci lunghi a cercare il gioco di sponda, per favore gli inserimenti sulle seconde palle; una soluzione che nella maggior parte dei casi, va completamente a regalare il pallone ai Tusci. Le uniche emozioni sono il calcio di punizione al 2° minuto di Bensaja (pallone di pochissimo alto sulla traversa), ed un tiro da fuori area di Salvi, che il portiere di casa , blocca senza problemi.
La ripresa come era facile prevedere, offre decisamente più emozioni rispetto al primo, con il Foggia che parte subito forte con il gol (giustamente) annullato a D’Andrea per offside , ed il palo esterno colpito da Rocca con un bel tiro a giro.
Il cercare un po’ di più il possesso palla con la ricerca del “terzo uomo”, da un po’ più di verve alla manovra offensiva dei ragazzi di Marchionni, che al 65° trovano il gol della vittoria, con un calcio di rigore assegnato per un fallo molto ingenuo di Falbo su Galeotafiore (poiché non era in una posizione “pericolosa”). Dal dischetto è bravo Rocca ad effettuare un tiro molto preciso sul quale per questione di millimetri non ci arriva Dabga, e a sbloccare la contesa.
Da quel momento però il Foggia abbassa pericolosamente il proprio baricentro ed escludendo un colpo di testa di Gavazzi, sul quale il portiere avversario compie un intervento decisivo, è costretto a subire l’avanzata dei padroni di casa, con la difesa che dal 75° alla fine, ne ha di lavoro da sbrogliare, pur aumentando la quantità di difensori con l’ingresso di Gentile al posto di D’Andrea, poiché trascorre tremendi momenti di panico.
Fumagalli è bravo sul tentativo di Simonelli e sulla cannonata dal limite di Falbo, ma è Baschirotto a 12 dalla fine a graziare i Satanelli, con un incredibile gol sprecato a due passi dalla linea di porta.
E proprio alla fine con un incredibile errore di posizionamento, il Foggia rischia di buttare al vento la vittoria, ma Ferrani, lasciato colpevolmente libero di saltare in mezzo a due difensori, non riesce ad inquadrare la porta, e spegnendo definitivamente le speranze della formazione laziale di pervenire al pareggio.
Di positivo ci sono i 3 punti in classifica, che, al netto dei recuperi delle partite, che gli avversari dovranno effettuare, consentiranno di mettere fieno in cascina, per il futuro.
Ma sicuramente questa non è, e non potrà essere la strada ideale per il prosieguo del campionato. Perché non si può pensare e sperare che ad ogni partita possa esserci il rigore o la prodezza del singolo a togliere le castagne dal fuoco, e di questo ne abbiamo avuto la dimostrazione a Teramo, dove in una situazione di svantaggio, non ci si è mai resi realmente pericolosi come ci si aspettava.
Bisogna al più presto invertire rotta, soprattutto nel mercato di riparazione, poiché il girone di ritorno sarà tutt’altro rispetto a quello di andata e bisognerà avere a disposizione una rosa più ampia, per ovviare alle varie defezione.
Pur non augurandocelo, capiteranno nuovamente momenti bui, nei quali la squadra deve avere a disposizione gli “strumenti”, (oltre alla grinta e alla voglia) necessari per uscirne fuori. Come è successo in questa domenica, con il “miracolo”, di un Romain Grosjean sano e salvo dopo il terribile incidente che ha spezzato in due tronconi la sua Haas, grazie all’Halo e all’intervento dei commissari esterni, bravi a farlo uscire senza alcun danno e a domare le fiamme.