Un grazie al mondo dell’informazione!

Questa emergenza che ha sconvolto le nostre vite prima o poi sarà superata grazie all’abnegazione e alla disponibilità di tanti eroi come i medici, gli infermieri, i farmacisti, i dipendenti dei supermercati, gli operatori ecologici, le forze dell’ordine, gli autotrasportatori e a quanti devono continuare a svolgere il proprio prezioso compito per il bene di una nazione attualmente ferma.
C’è però un’altra categoria che lavora costantemente, affrontando tante situazioni obiettivamente difficili ed è quella dei giornalisti, degli inviati e degli operatori.
Pensate solo un attimo se il vostro televisore si spegnesse di colpo, se si bloccasero tutti le testate on line sul vostro smartphone: sarebbe una catastrofe, potreste affidarvi solo alle fake news o alle esternazioni di chi sui social o tramite messaggi su whatsapp, seduto comodamente sul divano, condanna il governo, indica le strade giuste, propone le sue alternative.
In questa lunga quarantena, invece, restiamo incollati ai nostri diffusori di informazioni che giungono dal mondo o dal nostro territorio. Tutto continua a muoversi senza sosta, con una precisione e una sincronia perfette.
Stiamo tutti vedendo che esiste gente che ci informa, quasi senza temere il “mostro invisibile”, dalla Cina o da Bergamo, da Codogno o dalla corsia di qualche ospedale ma anche da qualche paesino di una delle tante province italiane. E se oggi tutti sappiamo come poterci salvare dal virus, cosa si può e cosa non si può fare, quello che dice la Protezione Civile o quello che recita l’ultimo decreto del Presidente del Consiglio, lo dobbiamo all’informazione che non si è mai fatta indietro anche quando si infettavano le sedi e si era impossibilitati a muoversi nella normalità.
Eppure questa è gente che non gode di una particolare immunità, che magari ha anche una famiglia a casa che lo aspetta ma è comunque gente che ama il suo lavoro e che, nei momenti difficili come questo, capisce che il proprio lavoro, la propria passione può diventare di colpo una missione.
Anche a loro va il nostro rispettoso “grazie”.