Una rondine non fa primavera ma promette bene
di Massimiliano Contini
L’avventura di Pasquale Padalino sulla panchina del Foggia prosegue decisamente bene: debutto d’anno vittorioso di fronte al pubblico di Carpi contro una tenace squadra come la compagine emiliana allenata da mister Castori. Successo che assume ancora più valore dopo i risultati del week-end, che hanno permesso ai rossoneri di respirare un attimo nella speranza di uscire definitivamente dalla zona calda della classifica . I pugliesi hanno aumentato il loro distacco dalle ultime due, hanno sorpassato il Crotone e sono a ridosso proprio del Carpi, guadagnandosi così una settimana di lavoro piena di entusiasmo, dovuto sia al successo contro i biancorossi che al cambio di allenatore che, si sa, rende l’ambiente più elettrico nel primissimo periodo. Una rondine non fa primavera, di conseguenza bisognerà attendere alcune settimane per capire se in casa Foggia sia cambiato realmente qualcosa o se la vittoria contro i carpigiani sia stata solo un episodio sporadico. Padalino avrà bisogno di un po’di tempo per inculcare i suoi dogmi tattici nelle menti dei giocatori ma a livello emotivo sembra aver già saputo toccare le corde giuste. La rosa del Foggia non è certamente la peggiore della Serie B, anzi, vanta alcuni elementi di spicco come Gerbo e Kragl, oltre a qualche giovane già messosi in mostra nella cadetteria italiana come Ranieri e Cicerelli. L’obiettivo dichiarato dal tecnico dei satanelli è anche quello di far crescere più giocatori possibili, aumentando l’impatto, il peso che ciascuno di essi ha in campo. In poche parole, vuole lavorare sulla personalità.
La strada sembra quella giusta, soprattutto per quei giocatori che hanno dimostrato doti importanti ma hanno sinora avuto un rendimento ondivago: il nome in cima alla lista è probabilmente quello di Galano, potenzialmente un grandissimo giocatore ma poco costante e, probabilmente, non totalmente conscio delle proprie possibilità.Nella dimensione in cui sta veleggiando il Foggia negli ultimi 2 anni, nei quali si è barcamenato tra una salvezza sofferta e l’altra, probabilmente un allenatore come Padalino è perfetto: non c’è bisogno di uno stile di gioco ricamato, non è necessario impostare l’azione dal basso senza mai buttare via la palla, ispirarsi al tiki taka senza le adeguate qualità; ciò che conta è saper battagliare, essere squadra, sfruttare al massimo le proprie caratteristiche. Nello scorsa stagione (o meglio, nella prima, drammatica parte della scorsa stagione), il Foggia non aveva questa capacità di sgomitare nei bassifondi della classifica. Ora è arrivato un allenatore che se ne intende e che ha saputo ottenere questo traguardo in una società meno blasonata come il Matera tre stagioni fa. Squadra quella materana che certamente non annoverava nel proprio parco giocatori gente come Kragl, Gerbo, Iemmello o Galano. La vera domanda è: per quale motivo questa scelta non è stata fatta in estate anziché andare a pescare un allenatore arrivato praticamente ultimo nella scorsa annata di Serie B con la Pro Vercelli? Forza Foggia!!