Un imprenditore nel mondo del calcio

E sì, bisogna distinguere gli imprenditori vincenti nel calcio e quelli che sono vincenti in tante attività e che ritengono che, con le stesse capacità, si possa far bene anche nel mondo del pallone.
Pasquale Casillo a Foggia verrà sempre ricordato come un presidente vincente, eppure, nel suo percorso a capo del sodalizio rossonero, non furono sempre rose e fiori.
Casillo era un grosso imprenditore cerealicolo che aveva rilevato il club in serie C. Si accorse subito che il suo obiettivo, quello cioè di far grande il Foggia, non sarebbe stata una passeggiata. Si affidò ad un tecnico emergente, Zeman, ma dovette resistere ad una piazza che, dopo risultati scadenti in terza serie, chiedeva la testa del boemo. Lui, che aveva certamente mille difetti, aveva il pregio di capirne di calcio e andò avanti sino a conquistare prima la serie B con Caramanno e, successivamente, ad arrivare in serie A trionfalmente dopo aver richiamato Zeman
Il primo anno nella massima serie fu un successo, la squadra rossonera diventò un modello da imitare e conquistò, ben presto e con merito, la ribalta nazionale.
Casillo a quel punto dimostrò le sue capacità manageriali, vendendo i calciatori migliori, e ricominciando con una rosa di perfetti sconosciuti pescati nelle serie minori. Quell’anno il campionato per il Foggia partì nella maniera peggiore e il 13 settembre del 92, la mattina prima della sfida casalinga con il Napoli, lo Zaccheria si ritrovò con le porte segate e con la scritta “Casillo vattene” sull’erba dello Zaccheria. Di fretta e furia fu risistemato alla men peggio il campo e le porte e il Foggia disputò la gara, persa per la cronaca con il risultato di 2-4.
Quel giorno c’erano tutte le condizioni per abbandonare la nave al suo destino ma l’imprenditore Casillo andò avanti e i fatti gli diedero ragione. Quell’anno si realizzò un vero miracolo, forse il più esaltante di tutta la carriera di Zeman. Cosa sarebbe successo se quel giorno don Pasquale avesse alzato bandiera bianca? Chi avrebbe mai pensato allora che calciatori provenienti dalla serie C avrebbero scritto pagine di storia, tra la più esaltanti dal 1920 in poi?
Non abbandonando la nave, quel 13 settembre del 92, Casillo cominciò quel percorso che avrebbe portato il Foggia ad un passo dalla zona Uefa, persa per un soffio.
Anche successivamente, l’ormai ex re del grano tornò alla guida del Foggia in serie C. I tempi, è vero, erano cambiati, le note vicende giudiziarie di Casillo avevano prosciugato i suoi conti ma quell’anno da quella squadra uscirono calciatori che sarebbero giunti in serie A e qualcuno anche in Nazionale.
Pure quell’anno ci furono contestazioni al Presidente affidate a cortei che attraversarono tutta la città. L’anno dopo la squadra non si iscrisse al campionato ma non per ripicca del patron ma perchè sempre le note vicende giudiziarie avevano messo Casillo nelle condizioni di non avere le risorse per continuare. Una cosa però è innegabile, il successo che avrebbero avuto in futuro i calciatori di quell’anno passa sempre sulle capacità di un imprenditore di calcio che, anche allora, si era affidato al duo Zeman-Pavone.
Negli ultimi anni di vita, mi pregio di aver avuto una frequentazione quasi quotidiana con don Pasquale. In più di una volta sono stato testimone di ingiurie personali da parte di qualche isolato individuo ma lui sorrideva e guardava avanti. Avesse avuto le possibilità, avrebbe dimostrato ancora una volta a tutti di essere un vero imprenditore, un imprenditore di calcio.
Oggi ci resta il suo ricordo, la sua storia, la sua caparbietà, la sua personalità, lui affrontava tutti, tifosi, stampa e non lo avrebbe mai fatto da “remoto”. Cosa avrebbe fatto dinanzi ad uno striscione esposto in curva contro di lui? Se è vero che l’ho conosciuto bene, sono certo che non solo si sarebbe fatto una grassa risata ma sarebbe andato dagli autori a far loro i complimenti.
Questa è la gente che da anni purtroppo manca al Foggia ma soprattutto manca al calcio, a qualunque livello.
