Teniamocelo stretto!
Raggiungere le 200 presenze in rossonero è capitato solo ad 11 calciatori, mai a nessun foggiano. Proprio per questo il traguardo di Cristian diventa più importante, lo fa entrare di diritto nella storia del club rossonero.
Tante sono le istantanee che accompagnano la sua carriera, dalla gioia per il mancato tracollo dopo la vittoria contro il Pescina alle lacrime per la sconfitta in casa contro il Pisa, dall’impresa personale di Nardò che avrebbe portato ai playoff e alla possibilità del ripescaggio sino alla contestazione dopo la sconfitta casalinga contro il Fondi; dalla festa per la promozione alla conquista della Coppa Italia e a quella della Supercoppa.
Agnelli è stato sempre lì a guidare la sua squadra in campo ma anche dietro le quinte, dove è più difficile, dove bisogna spiegare a chi viene cosa significa giocare a Foggia, cosa significa indossare quella maglia, cosa significa far parte di un gruppo.
Cristian è stato ed è un leader ma non per la fascia da capitano, è un leader perché è nato leader, ha il carisma per esserlo e continua a guidare un gruppo che sa riconoscerlo come tale.
Il fatto di essere foggiano gli ha dato quella forza e quell’orgoglio di sudare per quella maglia che ha sognato da bambino ma gli ha dato anche l’onere di dimostrare sempre di meritarla, cosa che succede sempre ai foggiani che faticano più degli altri per diventare i beniamini del proprio pubblico. D’altra parte si sa che Foggia è “amante dei forestieri“.
Le 200 candeline sono una soddisfazione che resterà nei libri di storia del Foggia, in questo calcio non sappiamo se ci sarà ancora spazio per le bandiere, se qualcuno potrà raggiungere e superare questo traguardo.
La prima parte della strada è percorsa, ora sarà necessario continuare, andare ancora avanti perché a parte i freddi numeri e le sterili statistiche, uno come Cristian sarà difficile ritrovarlo in futuro.
Conviene tenerselo stretto.