Siamo alle solite
di Mimmo Attini
Siamo alle solite, sembra quasi una pagina già scritta; come ogni estate ormai a Foggia si parla di altro rispetto a quello che dovrebbe essere una normale programmazione della prossima stagione calcistica.
Quasi fosse un’onda lunga negativa ci troviamo a raccontare delle solite tribolazioni societarie.
Un tempo si facevano nomi di possibili giocatori e allenatori, oggi siamo ancora a parlare di quote societarie, di holding, di finanza, di beghe interne tra soci, PEC, avvocati e notai.
Il tutto nell’anno del centenario e della pandemia.
Quello che viene fuori leggendo i tanti commenti sui social, è che il “popolo rossonero” è assolutamente stanco e sfiduciato da tutta questa diatriba interna. Ormai si va avanti a colpi di dichiarazioni e comparsate televisive in cui ognuno presenta le proprie ragioni. A questo si aggiungono le dichiarazioni del sindaco Landella che ha chiesto ai due contendenti spiegazioni in merito.
Eppure, nessuno aveva chiesto la luna, nessuno sperava nello sceicco di turno e del magnate russo, si voleva semplicemente una società solida e seria nel dare un futuro al Foggia calcio.
Quello di cui si ha veramente bisogno è di fatti concreti. Lo merita una tifoseria che ha mostrato numeri insospettabili di presenze sia in casa che fuori, e lo merita una città che, dopo tante mortificazioni, nel calcio aveva trovato il suo riscatto sociale e un forte senso di aggregazione.
Negli ultimi venticinque anni ne abbiamo viste di tutti i colori: fallimenti, retrocessioni, un elenco impressionante di presidenti e gruppi societari. L’unica costante è stata sempre l’enorme passione di una tifoseria che ha riempito stadi di tutta Italia, facendo al contempo dello Zaccheria il suo fortino.
Questa tifoseria merita rispetto, chiarezza; merita qualcuno che faccia luce su una situazione che ad oggi sembra oscura, piena di ombre e ripicche. Ma soprattutto i tifosi meritano una società “seria”, che non significa necessariamente qualcuno pieno di soldi da investire, ma una compagine in gradi di affrontare seriamente un progetto calcistico a medio-lungo termine, magari puntando sui giovani, una società in grado di strutturarsi.
Una cosa deve essere chiara, qui non è una questione di categoria, di serie C o serie D; il popolo rossonero ha sempre seguito i suoi beniamini in ogni categoria perché il tifo da queste parti è qualcosa che parte dal cuore e non fa calcoli.
Chi prenderà il Foggia dovrà metterci la stessa passione dei suoi tifosi, perché qui le ferite sono ancora sanguinanti. Ed allora la diffidenza è legittima, perché tutti si chiedono se c’è da fidarsi.
I tifosi continueranno ad esserci perché il Foggia Calcio è dei sui tifosi e non di possibili faccendieri.
Da queste parti ci si aspetta verità e fatti.