In primo piano La partita

Si vince sugli spalti…anzi no

Per parlare di Pordenone Foggia bisogna partire dalla fine: i calciatori rossoneri si dirigono verso una strada poco lontana dal campo di gioco per salutare un gruppo nutrito di tifosi che ha fatto capire subito a questo nuovo gruppo cosa significa giocare a Foggia, cosa significa giocare in una piazza dove si possono fare anche 1000 chilometri per una semplice gara amichevole. Una immagine che ci riporta indietro all’ultima gara dei rossoneri, in quel di Chiavari dove il Foggia perse la possibilità di continuare i playoff, forse in modo ingenuo, ma ciononostante cori e appalusi si levarono dagli spalti colorati di rosso e di nero come se si fosse vinto il campionato. Questi sono i tifosi del Foggia, quelli ai quali è stato negato il diritto di assistere ad una gara che non aveva nulla in palio ma che di fatto comincia la stagione 2022/23. Situazioni difficili da comprendere e da mandare giù, ripetiamo, si trattava solo di una semplice partita amichevole.
Da quella strada comunque quei tifosi irriducibili hanno potuto festeggiare la prima vittoria della squadra di Boscaglia, hanno cominciato a familiarizzare con i nuovi calciatori, hanno ritrovato i “vecchi”, coloro che hanno deciso di continuare la loro avventura indossando ancora quella maglia.
Sia ben chiaro, resta ancora calcio definito “d’agosto” ma la vittoria ha sempre il suo buon gusto anche perchè a differenza di quello che normalmente succede, questa volta non si è vinto comtro i “boscaioli” ma contro una squadra che sino a qualche mese fa era in B e che tra l’altro veniva da una preparazione cominciata ben prima rispetto a quella del Foggia.
La gara è servita soprattutto a mister Boscaglia che ha potuto valutare alcuni calciatori in prova, cosa che ha fatto soprattutto nella prima frazione di gioco, affidandosi nella ripresa ai calciatori di esperienza e qualità e che hanno dato quella spinta necessaria per impensierire la retroguardia del Pordenone.
Si è vista qualche buona individualità, si deve ora lavorare affinchè queste qualità si possano integrare tra di loro in un meccanismo di gioco corale che le possa sfruttare al meglio. Se manca qualcosa a questa rosa lo sanno la società e lo staff tecnico. A noi consta che qualcosa ancora si sta facendo sul mercato.
Al momento, più che godere per la vittoria, rallegriamoci per aver constatato ancora una volta di avere la migliore tifoseria d’Italia, tifoseria che starà facendo riflettere qualcuno per una scelta per noi inspiegabile, tifoseria che, anche solo grazie ad una starda limitrofa al campo, riesce lo stesso a manifestare l’amore per per questi colori. E questa è la cosa più importante!

(ph. Alessandro Forcelli)