Ripartire da zero!
Passati ormai tre giorni dalla disfatta azzurra, a mente serena, è forse il momento di fare qualche considerazione. La nazionale italiana è in crisi da un bel po’ di anni ma forse aveva illuso tutti con la vittoria dell’europeo facendo dimenticare le clamorose esclusioni dai mondiali che, sino a qualche anno fa, sembravano semplicemente impensabili.
C’è da rifondare il calcio in Italia a partire dalle basi per finire ai vertici. Troppe volte, all’indomani di una clamorosa sconfitta, si è detto che bisognava ripartire dai giovani, di pensare seriamente ai vivai ma di fatto non si è fatto nulla e si ritorna sempre a commentare e a promettere.
All’indomani della sconfitta di sabato contro la Svizzera, in conferenza stampa, per rispetto dei tifosi e dell’intera nazione, tutti avrebbero dovuto presentare le dimissioni dopo aver detto una sola frase: “Chiediamo scusa a tutta la Nazione“. Questo non è avvenuto e probabilmente non avverrà mai perchè in Italia solitamente non si è avvezzi a presentare dimissioni e abbandonare le poltrone.
E quindi si riparlerà dei troppi stranieri nel campionato, dimenticando che ciò avviene in tutta Europa, si parlerà di puntare sui giovani dopo che si dà la possibilità a tre squadre di serie A di formare altrettante squadre in serie C, facendo giocare i giovani. Arriveranno costoro in serie A? O continueranno a giocare in terza serie essendo cresciuti in un contesto tecnicamente mediocre? Dimentichiamo spesso che i giovani che noi “facciamo crescere“, in altre realtà giocano nelle coppe europee e nelle proprie nazionali.
Il calcio italiano è mediocre se si fa difficoltà a decidere le convocazioni, se siamo la nazione che esporta meno delle altre i propri calciatori all’estero. Si deve rifondare tutto, senza fretta ripartendo dalle scuole calcio ma per far questo devono andar via tutti, ci vuole gente nuova, con idee nuove, ci vuole pazienza, ci vuole tempo ma esser considerata la peggiore squadra degli europei, presentandosi come detentrice del titolo, offende una intera nazione, quella che sa unirsi, soffrire e gioire per amore del tricolore.