Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
Amarcord In primo piano Verso la partita

Quella partita a Salerno…

È inevitabile che quando si parla di Salernitana, quando si parla della serie B dopo 19 anni, torna alla mente la drammatica sfida dell’Arechi del 7 giugno del 1998. Il Foggia che si era suicidato in casa contro il Ravenna facendosi rimontare dal doppio vantaggio dopo un gol su punizione di Oshadogan da trenta metri e un rigore procurato da Di Michele e trasformato da Chianese, si trova a dover andare proprio a Salerno fresco di promozione in serie A. Il Ravenna, diretto avversario dei rossoneri nella lotta per non retrocedere, resta, con il pareggio, con due punti più Foggia che con 40 punti si ritrova al quartultimo posto sotto al Monza con 41 punti.
Il Monza nella penultima giornata deve andare a Reggio Emilia che non ha più niente da chiedere al campionato mentre il Foggia va a Salerno dove ci sono vecchie ruggini per episodi di qualche stagione prima, ma soprattutto per la partita dell’andata allo Zaccheria quando la squadra di Mimmo Caso, disputando una eccellente partita, con un perentorio 2-0 (Chianese e Franceschini), aveva interrotto la imbattibilità dei granata, allora guidati dall’ex Delio Rossi.
Il Foggia a Salerno ha un solo obiettivo ed è quello di vincere nello stadio che sta festeggiando la promozione in serie A. L’impresa è ardua e la Salernitana non è certo in giornata di regali. I tifosi e la squadra rossonera, in un tripudio generale, vengono accolti da questo striscione tra i tanti “Il mondo è fatto a scale, c’è chi scende e c’è chi sale”. Proprio questo striscione portava a riflettere su che cosa era stato il Foggia sino a qualche anno fa e cosa stava diventando dopo l’ormai irreversibile crollo societario che arrivava dopo la caduta di Casillo.
Il Foggia quel giorno si schierò con: Roma, Monaco, Oshadogan, Perrone, Di Michele, Fiorin (dal 60′ Artner), Franceschini, Colucci (dal 51′ Bettoni), Bak, Chianese, Matrone (dal 51′ Vukoija).
La Salernitana passa in vantaggio dopo soli 2 minuti con Franceschini ma è il secondo gol, quello di Breda ad inizio della ripresa, a dare la netta sensazione della fine ai sostenitori rossoneri. Dopo circa un quarto d’ora Chianese riapre la partita ma nel finale De Cesare riporta il vantaggio a +2 per i padroni di casa e allo scadere la rete di Vukoja porta il punteggio sul definitivo 3-2. Contemporaneamente il Monza vince contro la Reggiana per 2-0.
Il Foggia è in serie C. Zemanlandia, la squadra che ha fatto parlare tutta l’Italia, la squadra che ha cambiato il modo di giocare al calcio, muore definitivamente nell’Arechi di Salerno in quel giugno del 1998.
La settimana successiva, davanti a soli 224 paganti e ad uno striscione esposto i curva e che recitava: “Per voi solo indifferenza”, il Foggia disputava la sua ultima partita in B pareggiando con l’Ancona per 2-2.
La Salernitana dura un anno in serie A e poi ritorna negli anni successivi a giocare in serie B ma anche in C ed un anno in D a seguito anche di due esclusioni dai campionati per problemi finanziari. Il Foggia invece non vedrà più la serie B vivendo anche le stesse vicende finanziarie.
Toccherà poi a Stroppa guidare la squadra che tornerà a giocare nel campionato cadetto contro il Pescara di Zeman ben 19 campionati dopo.
Giovedì 21 dicembre le due squadre si incontreranno di nuovo in B e guarda caso … alla penultima giornata.

 

fonte foto: salernogranata.it

Alberto Mangano

Giornalista sportivo , opinionista televisivo. Tra le sue collaborazioni quella con Il Mattino di Foggia. Autore del sito www.manganofoggia.it sulla storia, la cultura e le curiosità sulla sua città. Autore inoltre di diversi libri su Foggia e sul Foggia.
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