Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
Aprite le porte In primo piano

Oggi come allora

di Mimmo Attini

È bastata la notizia della riduzione della penalizzazione a -8 per scatenare l’entusiasmo. Sui social non si parla d’altro; per alcuni addirittura già quest’anno il duo Nember-Grassadonia potrebbe puntare al miracolo della serie A.
Ai botteghini sono riprese le file per gli abbonamenti e dai discorsi dei tifosi c’è già voglia di ricominciare. Ci sono gruppi di ragazzi che con le loro maglie rossonere sono sotto al sole per parlare di quanto sarà “infernale” lo Zaccheria la prossima stagione. E poi c’è Luca, un ragazzino di 12 anni che, accompagnato dal nonno, è in coda per il suo primo abbonamento allo stadio. Con voce emozionata mi racconta che ha messo da parte i soldi della promozione dati dai genitori e dal nonno. Lui il Foggia lo ha seguito in TV, al bar sotto casa, oppure su YouTube dove è rimasto letteralmente stregato nel vedere i tifosi del Foggia in trasferta.
Quando va via, si gira verso di me, e mi mostra il suo trofeo: l’agognata tessera. La tiene ben stretta e mentre si allontana col nonno la porta lentamente al cuore quasi a sottolineare il suo amore incondizionato per quei colori.
Quanta fierezza in quello sguardo di un ragazzino pronto a dare tutto per la maglia rossonera.
Per un attimo ho pensato alla mia infanzia, a mio nonno che mi portava con sé allo stadio. All’epoca i ragazzi non pagavano se accompagnati da adulti. Ricordo che tenevo la sua mano mentre facevo la fila. Non c’erano tornelli, non c’erano schieramenti di poliziotti in tenuta antisommossa. C’erano tanti ragazzetti della mia età che chiedevano ai tanti signori se potevano entrare con loro, figli adottivi di una domenica calcistica.
Era il periodo del “bell’òm bell’òm … me fa trasì ….?” Era il periodo delle curve coi tavoloni e dei tubi “Innocenti”. Era il periodo delle radioline che ognuno aveva con sé per ascoltare i risultati delle rivali e che spesso qualcuno lanciava in campo per protestare contro una decisione arbitrale.
Di anni ne sono passati tanti, troppi, ma mi rendo conto che la passione è rimasta sempre la stessa. Ed è bello vedere che ci sarà sempre un nonno o un papà che accompagnerà un ragazzino emozionato per il suo battesimo allo Zaccheria.
Redazione Solofoggia.it

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