Noi non dimentichiamo Agnelli!
Ho ricevuto tante tesimonianze, tanti video, tanti ritagli di giornale, tutti per ricordare la nostra storia, la storia dei nostri colori. Son passate dinanzi ai nostri occhi immagini sbiadite, immagini in bianco e nero, fasti legati ad una serie A ormai lontana decenni dalla nostra realtà quotidiana.
Però, e lo dico senza polemica ma con un po’ di rammarico, poco o niente di tutto questo è girato intorno alla figura di Cristian Agnelli. Spesso si parla e si scrive a favore di vento e parlare del nostro ultimo capitano significa andare fortemente controvento. Ebbene la nostra redazione non ha bisogno di farsi bella dinanzi ad una piazza perplessa sulle vicende legate ad Agnelli, la stima vogliamo meritarcela perchè diciamo quello che vediamo e sentiamo senza accarezzare nessuno e senza dimenticare qualcun altro. Non nascondo che anche io, all’indomani della debàcle dello scorso anno rimasi deluso da chi guidava in campo e fuori quella squadra. Poi mi sono confrontato, ho compreso alcune cose e, poichè solo gli stolti e i morti non possono cambiare idea, ho fatto volentieri un passo indietro considerando che la storia restituirà la verità a tutti, come successo per il divorzio da Stroppa, non per volontà del mister ma per mano di chi aveva in mente un altro progetto.
Tornando a Cristian, sarebbe il caso di ricordare che così come quei pionieri che 100 anni fa si strinsero la mano per far partire il calcio a Foggia, allo stesso modo nel 2012 qualcuno si impegnò a far ripartire la squadra rossonera, con tanta buona volontà ma con poche risorse. In quella estate si sposò il progetto della foggianità e qualcuno come Agnelli lasciò i professionisti per andare al capezzale di un Foggia non proprio in forma smagliante.
I successivi 7 anni lo hanno visto sicuramente protagonista specialmente nel riuscire a mantenere compatto uno spogliatoio da qualunque disturbo esterno, merito attribuitogli da tutti gli allenatori, da Padalino a De Zerbi, da Stroppa a Grassadonia. Per tutti i calciatori passati da Foggia in questi anni, lui era il capitano, il punto di riferimento, la persona di cui fidarsi.
Lo scorso anno i calciatori hanno taciuto, è vero, ma lo hanno fatto per rasserenare l’ambiente, per provare da soli, senza una società alle spalle, a portare la salvezza a casa. Non sono stati i calciatori a parlare di “Centenario in serie A”. Questa è la mia versione, non è il Vangelo ma la storia alla lunga ci darà i colpevoli della disfatta.
Di certo non si può dimenticare, parlando della storia rossonera, chi, tra i calciatori in attività, è quello con più presenze con quella casacca, il foggiano che più di ogni altro ha difeso quei colori dovunque.
Ho visto in questi giorni tessere le lodi di calciatori che magari hanno parlato del Foggia per circostanza, avendo lasciato il cuore in altre realtà. Rispetto a costoro preferisco Cristian tutta la vita.
Ripeto, non per polemica ma per amore della verità.