Modalità: non ci lasciano in pace
di Giuseppe Roberto
Continuano a confondere legge sportiva con quella ordinaria, nella speranza di arrivare ad un risultato che screditi ancora di più una Città. Usano il termine mafia in maniera mafiosa, spargendo fango ovunque, pur di ottenere un risultato. Scomodano senatori, scrittori, menti pensanti e redattori. Tutti allineati, quasi disperati, nel trovare l’articolo giusto per fare giustizia su quel che potrebbe essere ingiusto. Si scomoda un Sindaco minacciando querele. Si risponde mostrando pagine scritte da una commissione antimafia, parandosi con un politico che, seppur rappresentante della stessa, in qualche maniera, rischia per precedenti di mettere in imbarazzo l’intera categoria. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Chi non ha mai giocato a calcio tiri il primo rigore. Questa pare la sintesi dell’assurdo, di quei pochi valori persi sul campo, su un campo dove contano più gli interessi che un sogno di un ragazzo con un pallone tra i piedi. Signori miei, la mafia esiste, la mafia è ovunque o …nessuno mai si è accorto che esista. La mafia è quella cosa che tocca interessi e se, come in questo caso, viene usata per smontare una passione, confondendo sport e magistratura, lasciate che io venga preso per mafioso. Perché ancora una volta, con questo gioco che nasconde un pallone, così come si fa con le carte, io possa sentirmi un mafioso in difesa di un ideale. Mafioso per sport, mafioso per aver difeso la mia squadra del cuore, mafioso per aver difeso i miei colori e la mia città. Orgoglioso di essere il miglior mafioso che ci sia in una Italia..terra di mafiosi.