Mettiamo la palla a centro

La rabbia è ancora tanta, probabilmente però il tutto è servito a Foggia a compattare un ambiente e a pensare che certa energia possa servire per l’immediato futuro.
La squalifica di Costa per quanto dichiarato dallo stesso alla fine della gara ha dimostrato ancora una volta che tutto sta girando contro del Foggia e non perchè siamo “piagnoni” dalle nostre parti ma perchè stiamo capendo che qualcuno non vuole che possa succedere qualcosa.
Questo qualcosa però ancora può succedere non solo perchè la palla è rotonda ma perchè sarebbe difficile, anche se ogni giorno scopriamo nuove novità, inventarsi qualche ostacolo che possa impedire quello che riteniamo possa accadere. E oggi lo si crede ancora di più.
Non fa niente se le regole per la vendita dei biglietti abbia favorito qualcuno e non qualcun altro, non fa niente che le regole per gli accrediti per la stampa siano partite con delle scadenze poi riviste all’improvviso. Chissà se ci saranno giornalisti foggiani? Ma che fa, continuiamo a dire che a Foggia, e nessuno lo può negare, continuiamo sempre ad essere ospitali e civili. Questo ci basta.
Mettiamo a questo punto la palla a centro. Vogliamo ancora credere che si possa giocare ad armi pari, che si possa ancora credere nella buona fede del direttore di gara indipendentemente dai suoi natali, che ci si possa fidare di “un palazzo” che riesca a governare bene questo sport. Martedì a Foggia la gente queste certezze le ha cominciate a perdere.
Una cosa però ancora non si è persa ed è la volontà di mettere da parte le chiacchiere, le provocazioni, alle volte anche determinate evidenze, e di andare a giocare il secondo tempo di una sfida, sotto tutto sommato solo di un gol.
Nessuno ancora può sventolare bandiere e festeggiare.