Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
In primo piano L'opinione

L’umiliazione della cancellazione!

di Alessio Mangano

Al momento l’unica certezza è quella che ci dice che il Foggia non c’è più. Certo era nell’aria ma ieri è stato certificato. In quel momento ogni tifoso rossonero si è sentito mortificato, offeso, schiaffeggiato. E sì, purtroppo la sensazione è quella. In questo momento interessa poco di chi sia la colpa per quello che doveva essere e non è stato. Il Foggia, quello dei tifosi, quello della gente, quello che dava lustro alla città non c’è più.
Di solito i cent’anni si festeggiano con entusiasmo, a Foggia no, ci tocca la malinconia. Il nostro vecchietto nel suo lungo percorso di vita è caduto 4 volte, per 3 volte si è rialzato ed è ripartito. Siamo sicuri che abbia ancora voglia e forza per rifarlo? Non è semplice trovare chi possa aiutarlo a rialzarlo. Le intenzioni saranno ottime per tutti quelli che risponderanno al bando del comune. Ma chi ci dice che la musica non sia sempre la stessa? Che si cominci in un certo modo e poi di colpo ci si ritrovi ancora con i soliti problemi?
Il sindaco ha una grande responsabilità, una responsabilità di cui avrebbe volentieri fatto a meno, sarà che a Foggia questo disco salta sempre allo stesso punto ma la città, questo è certo, vuole ancora sentire quella musica.
Sembrerebbe che al momento siano più di una le proposte per ripartire dai dilettanti. Tutte cercheranno di convincere il sindaco mostrando intenzioni e solidità finanziaria. Tutte impegnate affinchè non finisca il calcio allo Zaccheria ma la domanda nasce spontanea: perchè aspettare la morte del Foggia? Perchè non intervenire qualche mese fa cercando di mantenere una squadra pure in serie B? Tutti sapevano come sarebbe andata a finire?
Magari la risposta è semplice, banale ma il popolo rossonero continua a brancolare nel buio, comprende forse che a Foggia deve andare così, che periodicamente si deve subire l’umiliazione della cancellazione, che si deve ritrovare la forza di ripartire dalla polvere dei campi di provincia, che è un popolo nato per soffrire.

Redazione Solofoggia.it

Redazione Solofoggia.it

Ultimi articoli