Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
Amarcord In primo piano

Le coincidenze di quel primo maggio

di Salvatore Valerio

In quel 1994 il Foggia volava e vedeva la reale possibilità di conquistare l’Europa, di concludere al meglio la parentesi di Zeman sulla panchina rossonera. Tra la realtà e il sogni c’era il Napoli di Lippi, il Napoli di Ferrara, Cannavaro, Fonseca. Quel Foggia strabiliante, quel Foggia che non brillava di stelle singole ma che produceva una luce immensa, era pronto ad entrare nella storia con i suoi padalini di allora, Bianchini, Di Bari, Caini,Nicoli,Stroppa, Kolyvanov.
Contemporaneamente, a qualche centinaia di chilometri, ad Imola, il Gran Premio di San Marino, una competizione sfortunata già dalle prove del venerdì con l’incidente di Barrichello che, dopo un incidente spettacolare, riusciva ad uscire indenne dall’abitacolo mentre il sabato Ratzenberger, sempre in un brutto incidente, perdeva la vita.
Intanto a Foggia una partita equilibrata veniva decisa dagli episodi: l’arbitro Nicchi nega due rigori apparsi sacrosanti su Stroppa e su Mandelli mentre al 61′ Bacchin cicncischia con la palla tra i piedi regalando a Di Canio la possibilità di realizzare il gol decisivo che avrebbe fatto sfumare nel nulla i sogni di gloria rossoneri.
Qualcosa di decisamente più grave stava succedendo ad Imola: il pluricampione Senna, alla curva del Tamburello, si schiantava tragicamente e lasciava sgomento, incredulo e piangente tutto il mondo. Quel Gran Premio lo vinse Shumacher, quel giorno raccolse lui il testimone di quel campione brasiliano che a 34 anni perse la vita forse non per un suo errore ma per un guasto meccanico della sua Williams. Da allora la Formula 1 cambiò, furono introdotte nuove misure di sicurezza e l’incidente mortale di Senna rimase a tutt’oggi l’ultimo della storia di questa competizione.
Nel frattempo a Foggia i tifosi lasciavano la stadio amareggiati per il modo con il quale avevano perso la gara ma erano fiduciosi che ci avrebbero potuto provare l’anno successivo. Non avevano capito che quel primo maggio sarebbe rimasto il punto più in alto raggiunto dalla loro squadra e che da allora sarebbe cominciata una lunghissima discesa.

Redazione Solofoggia.it

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