La vera ricchezza è quella fila

Le chiacchiere come al solito se le porta il vento. A Foggia, dove si sono scritte si scrivono pagine di storia e di lealtà sportiva, la gente si ritrova sotto il sole di luglio a sottoscrivere gli abbonamenti per la nuova stagione. Lo fa oggi e lo faceva quando finì in serie D.
A Foggia ci manca il magnate che, anche con qualche centinaia di spettatori sugli spalti, aspetta le disgrazie altrui per andare avanti.
A Foggia abbiamo una ricchezza che, proprio basandosi sulla storia fatta di numeri, di vittorie, di sconfitte e di gol sempre e soltanto sul tappeto verde del glorioso Zaccheria e non solo, ha creato più generazioni di tifosi che sono quella ricchezza che viene invidiata in tutta Italia.
Davanti ai botteghini non si parla di categoria, non si parla di ripescaggi ma i pensionati e gli studenti parlano del Foggia, del suo allenatore, della campagna acquisti. Grazie anche ai sacrifici economici di questa gente, in una realtà territoriale non proprio facoltosa, questi colori vanno avanti oltre le categorie ed oltre il fango che mediaticamente si vuol gettare su questa invidiabile realtà.
Quest’anno, a dispetto di chi non ci crede, faremo parlare di record di abbonamenti, di presenze sugli spalti e magari anche di una salvezza dura ma non impossibile sempre nel rispetto di quella gente che sta in fila con 35 gradi all’ombra, gente mossa solo da una fede che è difficile da comprare.