Il “paccotto” termina con la frutta
Il Consiglio di Stato mette la parole fine ai sogni di promozione, quelli naufragati in campo e nelle aule di giustizia. Il “paccotto” ora è completo. Si era iniziato con la finale di andata, quella dell’arbitro nato a Lecco, quella degli orrori visti in campo, quelli della Var fortemente distratta, continuata nella finale di ritorno dove la Var avrebbe dovuto concedere un rigore grande quanto una casa e terminata nelle aule dei vari palazzi, dove il termine perentorietà è valso solo per la Reggina e non per il Lecco.
Sia ben chiaro, il Foggia la serie B l’avrebbe voluta vincere sul campo e non per esclusione di altri ma, ancora una volta è rimasto solo senza l’appoggio della stampa nazionale, senza il conforto delle altre squadre di serie C, cosa avvenuta con le squadre di serie B a favore del Lecco.
Non era bastata l’ingiustizia dei mancati playout del 2019, si è voluto continuare a perseguitare i rossoneri.
Potrà esserci al timone del Club Sannnella, Canonico, qualche nuovo imprenditore foggiano ma la musica sarà ancora la stessa, una musica assordante che penalizza oltre misura la società rossonera. Diceva bene Delio Rossi quando affermava che si guarda ai foggiani giudicandoli brutti, sporchi e cattivi. La sentenza di oggi continua a dargli ragione.
Fare calcio così sarà difficile per chiunque, di questo purtroppo ne siamo convinti tutti. Sul più bello una magica favola potrebbe finire senza l’ultima pagina, quella del lieto fine e così fa male veramente.