Il limite di essere un jolly
Forse è lui che merita la palma di migliore in campo nella sfida di sabato scorso contro il Brescia e non solo per il bellissimo gol realizzato.
Il vizio del gol lo ha sempre avuto. Già quest’anno aveva contribuito con una marcatura a superare l’Ascoli ma verrà anche ricordato per aver siglato il primo gol del Foggia in serie B dopo 19 anni, nella sfortunata trasferta di Pescara della scorsa stagione.
Alberto Gerbo ormai è un veterano nel Foggia. Voluto da mister De Zerbi e dal ds Di Bari, è passato attraverso la conquista della serie B, è stato un calciatore importante nella gestione Stroppa e, dopo esser stato vicino al trasferimento a Venezia nel gennaio scorso, è rimasto anche alla corte di mister Grassadonia.
Lo chiamano jolly, praticamente un calciatore duttile e versatile capace di ricoprire più ruoli, dall’esterno basso sino ai vari ruoli del centrocampo, ma forse il fatto di non avere un ruolo ben definito, invece di essere un vantaggio, spesso si è rivelato un grande limite. Quando ciascun calciatore, con un ruolo ben definito, prende il posto nella squadra titolare, Alberto Gerbo fatica a trovare la sua giusta collocazione e il mister di turno lo tiene in considerazione magari per un impiego durante la gara.
Gerbo è uno di quei calciatori che tutti gli allenatori vorrebbero avere: professionista esemplare, si accomoda in panchina senza problemi anche quando la settimana prima risulta essere tra i calciatori migliori in campo.
Dopo la partita con il Brescia, dopo aver giocato nel centrocampo a 5 con Zambelli e non al suo posto sulla fascia destra, può essere che alla ripresa del campionato Alberto possa ritornare nell’undici titolare perchè forse, in questo momento, il suo ruolo potrebbe essergli stato assegnato.
Si spera sia così perchè un Gerbo così non può accomodarsi in panchina, un Gerbo così deve poter stare sempre in campo.