Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
Amarcord In primo piano

Il grande Torino

di Salvatore Valerio

Ci sono delle date scolpite nella mente degli italiani non solo per quelli amanti del gioco del calcio, ma un po’ per tutto ciò che rappresenta la storia della nostra Nazione.
Una di queste date è quella del 4 maggio 1949.
Settanta anni fa la tragedia di Superga.
Insieme all’aereo Fiat G.212 si schiantò alle
17 :03 sulle colline di Superga, non solo il Grande Torino, ma il sogno di una Italia intera protesa verso un futuro migliore, venuta fuori da un periodo drammatico in cui erano ancora visibili le ferite della guerra.
In quell’epoca non c’erano dirette televisive, e la radio la si trovava solo in qualche bar o in poche case. Nonostante tutto questo, la forza e la gioia nel suo gioco, due degli aspetti fondamentali che caratterizzarono questa squadra, divennero planetari.
Entrarono nella leggenda ma anche nel mito.
Era la squadra regina del campionato di calcio, vincitrice di cinque scudetti consecutivi, dalla stagione 1942-1943 alla stagione 1948-1949.
Dieci granata su undici furono schierati in maglia azzurra nella partita vinta sull’Ungheria nel maggio del 1947. Mancava solo il portiere Bacigalupo sostituito dallo juventino
Sentimenti IV. Questo uno dei tanti record della squadra granata.
Nostro compito è di ricordarli con onore e rispetto. Furono uomini che morirono giovani.
“Muor giovane chi agli Dei è caro”.
Con questa frase consolatoria si provò a mitigare lo straziante dolore che coinvolse le famiglie degli sfortunati calciatori e di tutto l’equipaggio.

Redazione Solofoggia.it

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