Grazie Pablito

Un fulmine a ciel sereno, una brutta notizia che speri sia una bufala, che non venga confermata ma poi, pian piano le notizie si susseguono irriverenti e maledette: è morto Paolo Rossi.
È difficile spiegare a tuo figlio chi è stato Paolo Rossi, non puoi fargli vedere gol impossibili come hai fatto con Maradona, non puoi raccontargli di una carriera fatta di alti e bassi e comunque molto corta. Paolo Rossi può raccontarlo solo chi ha vissuto quel mondiale spagnolo e può stare ad ascoltarlo solo chi era dinanzi alla tv quel luglio del 1982.
Il suo sorriso divenne il nostro sorriso, la sua gioia la nostra gioia quando quella tripletta diede la consapevolezza che il miracolo potesse avvenire.
Non tutti ricorderanno forse il suo Pallone d’Oro, non tutti ricorderanno i suoi gol nelle squadre di club, non tutti sapranno della sua presenza in una classifica dei calciatori più forti di sempre stilata nientepopodimeno che da una icona del calcio come Pelè. Sarà difficile ricordarlo con una maglia diversa da quella azzurra. Tutti, ma proprio tutti ricorderanno invece quel mondiale, il primo della nostra generazione, un mondiale che fu tutto suo. Grazie a lui c’è gente che segue il calcio solo ogni 4 anni, che spera di rivivere quelle emozioni che, ripeto, è impossibile poter raccontare.
Gli siamo grati per averci coinvolto nel bagno nelle fontane, perchè ha saputo farci essere orgogliosi di essere italiani, perchè ci ha confermato che Davide è ancora in grado di vincere su Golia.
Grazie per averci legato ancor di più a questo mondo con quel sorriso da bravo ragazzo, semplice e sincero, con quei tuoi gol irriverenti che seppero umiliare campioni affermati.
Ci sono persone che sarà difficile poter dimenticare come per me sarà impossibile dimenticare quell’ubriacatura dell’11 luglio 1982, quella che ci disse che sul tetto del mondo si può salire anche senza ascensore, con umiltà e sacrificio.
Grazie Pablito.