Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
In primo piano News

Foggia e gli spareggi, un storia (quasi mai) a lieto fine

Il Foggia e gli spareggi, una storia fatta di delusioni ed amarezze, tranne in un caso.

Tutto ebbe inizio, almeno per quanto riguarda il periodo calcistico post secondo conflitto bellico, nel 1951 quando i rossoneri dovettero contendere alla Juve Stabia, con la quale avevano condiviso a fine campionato la prima posizione in classifica, la promozione alla cadetteria sul neutro di Firenze. I campani vinsero per 2-0 rinviando, di fatto, di ben 10 burrascose stagioni la festa per la serie B. E se per le finali che riguardano il salto di categoria, i satanelli possono vantare l’incredibile record negativo di non aver mai avuto la meglio, bruciano nella memoria dei tifosi rossoneri le battaglie con Paternò, Avellino e più di recente con Pisa e Lecco, per le sfide salvezza c’è un unico precedente che accende uno spiraglio di ottimismo. Il Foggia ha giocato due volte lo spareggio per non retrocedere: la prima andò male, era il 6 giugno del 1999. Al “Conero”, l’Ancona grazie ad una rete di La Grotteria all’ 84’ pareggiò il gol dell’andata di Pilleddu, che per la regola che vige a tutt’oggi del miglior piazzamento nella stagione regolare, costrinse il Foggia alla retrocessione in C2, bissando quella della stagione precedente dalla serie B. La squadra che scese in campo era composta da Botticella in porta, Palo, Guarino, Puleo ed Oshadogan in difesa, Epifani, De Feudis, Colucci e Nicodemo in mediana a supportare il duo d’attacco formato da Pilleddu e Perrone. L’allenatore era tal Fabio Brini, che ironia della sorte o delle magie nere del calcio, l’anno successivo passò proprio sulla panchina dei dorici portandoli alla promozione. Ma quello che è passato alla storia rossonera come un incontro epico e ricco di pathos con episodi che ormai fanno parte della leggenda è lo spareggio contro il Pescina Valle del Giovenco. Era il 30/05/2010, epilogo di un bruttissimo campionato nel quale la società aveva deciso di smantellare la squadra che solo 4 anni prima si era giocata la finale con l’Avellino e che in quelli successivi aveva perso le semifinali playoff con Cremonese e Benevento. Il Foggia affidato, in corso d’opera, ad Ugolotti che aveva spodestato il duo Porta-Pecchia, vince l’andata in Abbruzzo per 2-1 grazie alle reti nei primi 25 minuti di Mancino e Millesi; a dimezzare lo svantaggio per gli avversari è Mario Rebecchi. Il ritorno sembra a portata di mano, ma la tragedia incombe sullo Zaccheria: al 68’ Cipolla, fa piangere i tifosi sugli spalti, raddoppiando il gol dell’ex Dall’Acqua segnato nel primo quarto d’ora di gara. La partita viene sospesa per venti minuti per i tentativi dei tifosi di sfondare le porte che danno sul campo, e poi per l’invasione solitaria di un uomo che abbraccia la squadra. Non si saprà mai se e cosa abbia detto loro, fatto sta che la botta di adrenalina scuote i calciatori che negli ultimi istanti della gara con l’argentino Caraccio, che negli spogliatoi verrà a conoscenza della morte del padre, realizzano quel gol che significa salvezza.

Giovanni Vigilante

Giovanni Vigilante

Giornalista, inizia come inviato della trasmissione sportiva Direttissima su Telefoggia, programma di successo dei primi anni del 2000. Successivamente passa a TeleRegione e segue le gesta dei rossoneri per la trasmissione Forcing. Già autore delle “Sventagliate” per Foggiasport24, collabora con il free press “Piazza Affari” per la rubrica “Piazza Rossonera” e per i siti CalciodelSud e PianetaSerieB.

Ultimi articoli