Il film del calciomercato
di Giuseppe Roberto
Il fatto è che nessuno se lo sarebbe aspettato. Il fatto è che per fare pulizia ci voleva uno con la faccia da film. Il fatto è che per equilibrare uno troppo buono, ci vuole lo Steven Seagal di turno.
E come in tutti i film, arriva il giustiziere, quello che con una stampata irriverente fa pulizia rendendo tutti più felici e contenti. Eppure qualcuno si sentiva intoccabile, aveva il tatuaggio di tutte le cosche possibili ed immaginabili, usava la fascia di capitano come i dipendenti della provincia usano, nell’auto, la paletta, spacciandosi per forze dell’ordine.
Alla fine, per chi va a piedi al Santuario di San Giovanni Rotondo, un miracolo, una cosa fortuita o comunque una botta di culo arriva sempre. Così, come per magia, le curve si acquietano, la società apre gli occhi ed il giustiziere arriva, più o meno come arriva il “Triste mietitore” nel gioco dei SIMS. E come in tutti i film non può mancare la bella donna di turno che scalza anche quelle candidate alle politiche.
Arrivano tanti bambini, figli dei nuovi arrivi, che con nuovo spirito, sono pronti ad affrontare nuove avventure. Come in tutti i bei film, c’è chi sorride ma, anche chi teme di perdere qualcosa che aveva usato impropriamente per farsi pubblicità, o per far capire che questo o quel personaggio, per incontrarlo, bisognava essere lì, in quel momento postato sui social, nella certezza di poter vendere una birra in più con il minimo sforzo.
Quasi tutti i film lasciano all’immaginazione un proseguo. Ed io ho già immaginato un futuro, vincente, anche questa volta.