È un brutto risveglio
È un risveglio amaro quello del popolo rossonero, non sarà una giornata da passare facilmente quella del giorno dopo. Purtroppo non è un incubo, l’eliminazione è una maledetta e forse ingiusta realtà. Si ha voglia di pensare ad altro, si vuole evitare di parlare di calcio, non si ha voglia di incontrare nessuno.
Certo passerà. Passerà come son passate tante delusioni in attesa di quel giorno di festa che, prima o poi, come ci insegna la storia, arriverà inesorabilmente ma questo giorno dopo è comunque un giorno difficile da trascorrere.
Ritornano in mente le immagini della gara, quelle che vorresti cancellare, l’incredulità per qell’avvio dell’Entella, la gioia del gol di Petermann, l’opportunità dell’uomo in più, la leggerezza in difesa che ci riporta nel baratro, la generosità del forcing finale, le parate di Borra, la clamorosa possibilità di un’autorete negata dal palo, ma il triplice fischio ritorna maledettamente rindondante nella testa di chi questa volta ci aveva creduto.
C’era un rigore netto su Curcio? Sicuramente sì ma questo è un alibi debole, diventerebbe l’alibi dei perdenti, di chi decide di nascondere la polvere sotto il tappeto.
Bisognava essere più pragmatici, bisognava iniziare la gara meno molli, bisognava sfruttare la presenza del pubblico amico, si doveva non perdere la testa nei momenti più favorevoli dell’incontro.
Stagione positiva? È troppo presto per giudicarla, oggi non si è lucidi, oggi c’è troppa rabbia e delusione. Ci sarà tempo per fare le opportune valutazioni, oggi bisogna osservare il silenzio degli sconfitti.
Da domani si dovrà ripartire inevitabilmente come si è sempre fatto, dalla beffa del Partenio del 2007 a quella di Pisa nel 2016 arrivando a quel maledetto pomeriggio di tre anni fa al Bentegodi.
Oggi ci si lecca le ferite come è giusto che sia. Se ci sarà un domani, il tutto è legato ad un’unica certezza che passa da quelle bandiere, da quei cori incessanti, da quei 1600, forse più, che hanno fatto come sempre il loro. L’unica certezza, che è poi l’unica spinta che ci porta a pensare che ci sarà un domani, passa soprattutto da loro.
Oggi però parliamo d’altro, non si è lucidi e non si riuscirebbe ad essere equilibrati.
(ph. Alessandro Forcelli)