È così difficile avere un confronto?
di Alessio Mangano
Continua la querelle tra tifoseria e sindaco, una querelle a distanza tra comunicati e ospitate televisive. Mi sembra che la cosa più saggia sarebbe potuta essere quella di affidarsi ad un confronto diretto, tra quattro mura, senza la spettacolarizzazione di un chiarimento.
Questo per quello che concerne la forma ma cerchiamo di entrare direttamente nel contenuto: penso che nessuno voglia fare i conti in tasca a nessuno, nessun tifoso, nessun appassionato della propria squadra ma che emerga un po’ di preoccupazione dopo tutto quello che questa piazza ha dovuto subìre per gestioni un po’ superficiali e poco affidabili, sia un fatto sacrosanto.
Se poi una società si affanni per investire in una piazza come Foggia, è facile intuire che non lo faccia per la bellezza della città e nemmeno per beneficenza ma solo ed esclusivamente per l’attaccamento della gente alla propria squadra, per il numero degli spettatori, degli abbonati, per l’eventuale business e pertanto la stessa tifoseria oggi vuol sapere.
Una società che investe sul Foggia non è come una qualunque azienda che decide di colpo di aprire la propria attività in una qualunque zona d’Italia; una società che investe sul Foggia ha bisogno di una cosa importante che è il titolo sportivo e questo appartiene alla gente, quella che negli anni ha contribuito a far crescere blasone e notorietà ovunque. Ecco perchè, personalmente, contesto il fatto che il primo cittadino, nell’istituire una commissione per la scelta del gruppo che avrebbe dovuto far ripartire il calcio a Foggia lo scorso anno, oltre ai suoi consulenti esperti ed amici, non abbia pensato ad inserire un rappresentante del tifo, della gente, di chi ha vissuto le soliti estati all’insegna della incertezza.
Tutti dobbiamo prendere atto che il Foggia senza la sua cornice, senza il suo dodicesimo uomo di cui spesso si abusa nel parlarne, sarebbe poco o niente. Ecco perchè, anche solo per avere un confronto, questa gente andrebbe maggiormente considerata.
D’altra parte questa gente, che si vuol far passare per quello che spesso raccontano i tg nazionali, è stata la categoria più generosa in questo triste periodo, magari tutti gli altri avessero fatto anche solo la metà di quello che ha fatto o sta facendo per chi soffre e chi è in difficoltà. Pertanto un confronto diretto lo meritava, questi signori non sono i mostri che si vuol far credere.
D’altra parte volevano solo capire se c’erano i presupposti per essere tranquilli e per tranquilizzare l’intera città e non per far la guerra a nessuno.