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Ciao Davide

di Antonio Cascavilla

“A me piace troppo giocare a calcio, mi godo più questo mestiere ora di quando avevo 18 anni”

Scriveva così Davide Astori, il giocatore di San Giovanni Bianco (BG) scomparso lo scorso 4 marzo 2018 ad Udine, nella sua stanza di albergo a causa di un arresto cardiaco.
La sera prima, per sciogliere l’ansia per la partita della domenica, Davide era andato a giocare alla “play” con il suo compagno Sportiello. La mattina dopo, prima della riunione tecnica, qualcuno si era accorto che mancava all’appello proprio il capitano e dopo qualche minuto la tragica notizia.
La serie A decide di sospendere tutte le partite in programma. La notizia si diffonde e comincia ad arrivare su tutti i campi. Sul tabellone centrale dello Stadio Marassi di Genova, compare una foto di Davide, i giocatori increduli corrono disperati negli spogliatoi. Il calcio italiano si preparava ad accogliere un’altra tragedia dopo quella di Piermario Morosini (2012) e Renato Curi (1977).

Ma chi era Davide Astori?

Davide era un calciatore diverso dagli altri. Era un ragazzo semplice e solare, amava leggere i libri, era appassionato di architettura e amava le canzoni di Ligabue.
Sulle spalle portava il numero 13 in onore del suo idolo Alessandro Nesta (campione del mondo 2006), diceva che era il suo numero fortunato.
Astori viveva con la compagna Francesca Fioretti attrice italiana da cui ebbe una figlia di nome Vittoria.
A Firenze, Davide non era soltanto il capitano della domenica ma era l’amico di tutti i cittadini. Non era il tifoso a chiedere una foto o un autografo, ma era lui stesso.

L’omaggio dei campi

A partire da venerdì sera, tutti i campi al minuto 13 di gioco si sono fermati per omaggiare Davide Astori.
La curva del Cagliari ha dedicato un coro al loro ex difensore, a Bergamo tutto lo stadio ha applaudito facendo scendere qualche lacrima anche ai protagonisti in campo, mentre all’Olimpico c’è stato un commovente ricordo sia dalla curva della Lazio che da quella della Roma.

La riflessione

Astori diventerà un esempio per tutti.
Grazie Davide per averci insegnato a capire il vero senso della vita.
Come quella piccola stella che Ligabue canta, Davide brillerà ancora di più.
Ora caro Davide continua il tuo viaggio alla scoperta di quel mondo che tanto amavi.

Redazione Solofoggia.it

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