A proposito di violenza sulle donne…
di Flora Baldi
Foggia celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne con l’apertura del centro “Carmela Morlino”.
E’ stato inaugurato sabato scorso, in via Matteotti, a Foggia, il primo centro antiviolenza intitolato alla memoria di Carmela Morlino, la donna di origini foggiane, morta a soli 35 anni, con 15 coltellate infertegli dal marito, Marco Quarta, davanti ai suoi figli nel marzo del 2015 .
Un omicidio efferato per cui Quarta, è stato condannato, solo pochi giorni fa, a 30 ani di reclusione per omicidio volontario pluriaggravato dalla prima sezione penale della corte di cassazione .
Sabato, nella sala di via Matteotti, alla presenza del primo cittadino Franco Landella, un lungo confronto, un dibattito importante, sui temi della violenza, anche alla presenza della mamma di Carmela, Maria Teresa D’Orsi.
Presenti alla inaugurazione del centro, volontari, rappresentanti delle istituzioni, magistrati ed i parenti delle vittime di femminicidio.
Ad aprire i lavori Il vice sindaco ed assessore alle politiche sociali, Erminia Roberto, che ha sottolineato la necessità di sostenere le vittime con attività di ascolto ed accoglienza.
Gli ultimi dati dell’istat dicono nel 2017 oltre 49mila sono le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza
Nel 2017oltre 49mila donne si sono rivolte ai centri di assistenza, oltre il 63% ha figli, che, nel 70% dei casi, sono minorenni. Tre su dieci sono straniere.
Nel 2018: 106 femminicidi in 10 mesi, uno ogni 72 ore. E i dati dell’Eures dicono che aumenta l’età media.
Un forte segnale di speranza da parte delle istituzioni, che con il centro antiviolenza vuole far sentire forte la propria presenza sul territorrio.
E l’invito e l’appello resta forte a non stare zitte, a DENUNCIARE.
“Ribellarsi ad ogni forma di offesa, sopruso, prepotenza: sono segnali pericolosi”. Così, il comandante territoriale dei carabinieri, Marco Aquilio.
Un fenomeno recrudescente ed in crescita, che esprime un’emergenza.
E’ importante e necessario avviare un dialogo ed una sinergia tra le istituzioni e le forze dell’ordine e le vittime.
Ad intervenire, tra gli altri, il magistrato Filomena Mari, che ha spiegato la necessità di fare squadra e ripartire dalle scuole per introdurre figure come psichiatri e psicologi che possano aiutare e sostenere le vittime, perché la violenza è molto presente anche nelle fasce d’età di adolescenti. Aggiungendo che esiste una violenza più “invisibile” e subdola, quella psicologica, da cui non sempre ci si riesce a svincolare.
L’obiettivo, dunque, è dare visibilità a questa emergenza perché si sono fatti passi importanti negli anni per affermare i diritti ed il rispetto delle donne, dando risposte concrete ai bisogni, alle emergenze, partendo soprattutto dalla prevenzione, dando valore alla dignità, come valore imprescindibile di civiltà.