Corda, l’uomo in più del Foggia
di Massimiliano Contini
A due turni dalla fine del girone d’andata del girone H di serie D mi sembra giusto dedicare questo pezzo all’artefice della rinascita calcistica rossonero dopo la caporetto fasanese del primo settembre scorso che aprì nel peggiore dei modi il cammino del Calcio Foggia 1920 nel massimo campionato dilettantistico nazionale.
Non sto parlando di Iadaresta, Gentile, o Viscomi, ma del condottiero di codesti giocatori ossia il Mister Ninni Corda.
All’indomani del capitombolo settembrino contro Corvino e soci e dopo il lunedì successivo alla gara dove venne esonerato Amantino Mancini sinceramente tra me e me pensai:”Caro Massimiliano mettiamoci l’anima in pace, qui altro che promozione in C ma si salvi chi può…” e invece a distanza di tre mesi da quel lunedì nero devo dire a me stesso.”Massimiliano non giudicare mai un allenatore dalla copertina”.
In praticamente un girone intero il tanto bistrattato Ninni Corda chiuderà la prima metà della stagione con una media punti pari pressappoco a due punti e mezzo a partita, avendo fatto quadrare il cerchio almeno su due reparti su tre. Con l’insediamento dell’allenatore sardo la difesa rossonera risulta essere una delle retroguardie top di tutta la serie D, ed il centrocampo nel corso delle partite rimane sempre corto e compatto, atteggiamento grazie al quale la mediana foggiana riesce a far girare al meglio la palla.
L’attacco secondo me non gira non perché Ninni Corda sia difensivista, ma perché a mio avviso gli attaccanti che abbiamo in rosa attualmente sono poco attenti alle indicazioni del mister durante la settimana e di conseguenza sono distratti ed inefficaci anche la domenica pomeriggio sotto la porta dello Zac.
Se con mister Ninni tiri troppo la CORDA PRIMA O POI SI SPEZZA… disciplina, attenzione e lavoro questo è il metodo Corda che mi piace. Quando un giocatore non rende viene punito con la panchina (i soli 13 minuti di Gibilterra nel secondo tempo dopo contro la Gelbison sono l’esatto manifesto di quello che è il metodo Corda).
Sul campo poi tutta questa grinta si manifesta nel momento in cui la squadra anche se in difficoltà prova piacere nel difendersi e recuperare palla subito in avanti proprio come è avvenuto sia a Bitonto che in casa contro la Gelbison.
Cosa ci riserverà il futuro? Obiettivamente il Bitonto sta facendo cose stratosferiche in difesa, infatti la difesa dei bitontini e una delle top d’Europa assieme a quelle di Slavia Praga e Maccabi Tel Aviv.
Infatti lo Slavia in diciannove partite del campionato di serie a della Repubblica Ceca ha subito solo tre reti al passivo. Il Maccabi invece nel massimo campionato israeliano in tredici gare disputate ha ancora la porta inviolata. E subito dopo questi due club di massima divisione c’è il Bitonto che in quindici gare ha subito solo 4 reti.
Ecco se l’andamento difensivo della squadra di Patierno e soci dovesse continuare ad essere questo fino all’ultimo scorcio di campionato allora vorrà dire che al novanta percento la squadra bitontina vincerà il campionato, ma se nel caso in cui dovesse avere un calo di prestazione sono sicuro che la truppa di mister Corda ne approfitterà immediatamente.
Ecco con questo pezzo vorrei far capire a chi critica l’esteticità del calcio a vari livelli che la perfezione nella vita ed a maggior ragione nello sport non esiste, ma esistono solo ed esclusivamente i risultati correlati agli obiettivi. L’esempio più eclatante di questa filosofia forse è da ricercare nella Champions League della scorsa annata, nella quale il Liverpool perse le tre partite in trasferta durante la fase a gironi contro Napoli, Stella Rossa di Belgrado e Paris Saint-Germain fu ad un passo dall’eliminazione e poi indovinate chi vinse la Champions quello stesso anno dopo una lunga cavalcata tortuosa ma trionfale…. PROPRIO IL LIVERPOOL. Forza Foggia!!!
“Quando smetterò di allenare, mi dovranno spiegare cosa significa giocare bene. È una cosa che mi incuriosisce. Quando non ero ancora allenatore, mi piacevano molto quelli che vincevano. Ci vuole sempre equilibrio. A me piace vincere, ed è quello che alla fine conta. Delle volte si può anche giocare male, basta che alla fine si vinca.”
(Massimiliano Allegri vincitore di 15 trofei da allenatore)