Voglio un futuro senza paura!
Venerdì sera ero ospite di Kickoff su Teleblu. Ad un certo punto il conduttore, Tiziano Errichiello, mi chiede che cosa avrei potuto scrivere su uno dei miei soliti cartelli. Gli rispondo: “Ho paura, in questo momento tutti abbiamo paura”.
Eppure io ne ho vissute di giornate anche più brutte di questa ma sempre ho avuto dentro di me quella speranza che è tipica di chi segue quei colori da bambino. Invece, prima della trasferta di Verona, avevo paura ed in quel momento in tv avevo fatto outing, avevo dichiarato la mia fragilità.
Ebbene, questa squadra è riuscita a trasmettere a me e a quelli incalliti e navigati come me, quel sentimento di paura che, almeno nel calcio, non mi aveva mai sfiorato. Ma se dopo un primo tempo da incorniciare ed una supremazia dilagante contro il Livorno, contro una diretta concorrente, ti fermi perchè temi il recupero degli avversari, se contro il Perugia vivi e fai vivere gli ultimi 20 minuti come una prova da sforzo per le coronarie degli 11.000 presenti, se tante volte quest’anno, invece di chiudere il risultato, ti sei fatto riprendere e superare, allora forse un po’ di paura comincia a paventarsi.
Poi a certificare il tutto, dopo il vantaggio rossonero al Bentegodi e gli evidenti primi fischi del pubblico di casa, si arriva a servire sul piatto d’argento l’intera posta dopo aver sprecato l’impossibile sotto porta. No, stessero tranquilli Galano e Iemmello, dormissero sonni tranquilli. Il loro gol non sarebbe stato determinante. La squadra sarebbe tornata indietro di venti metri in attesa del pareggio e dell’ulteriore vantaggio scaligero. Non lo dico io, lo dice l’intera stagione.
Cosa vorrei ritrovare domattina al mio risveglio? Una squadra che mi facesse divertire, emozionare, che mi facesse sentire orgoglioso, che giocasse anche tre categorie sotto ma che non mi facesse mai vivere una partita con il sentimento dei codardi e degli inetti, la paura.