Battaglia vinta ma la guerra è ancora lunga
Era da quel Foggia Cremonese di dicembre che allo Zaccheria non si brindava per i tre punti. Oggi si è brindato per una partita vinta grazie alla tenacia, alla densità delle maglie rossonere che impedivano al Cosenza, soprattutto nel secondo tempo, di giungere dalle parti di Leali.
Non è facile, con un avversario pragmatico e arcigno, rinunciare a centrocampo a Gerbo, Busellato e Deli ma non per dar ragione agli assenti ma perchè alla fine, con un Greco malconcio, Padalino deve far esordire Marcucci che magari poteva entrare nella mischia in altre occasioni e non nel momento in cui devi difendere l’1-0, vitale per continuare ad alimentare le speranze.
Quando sei in fondo alla classifica e non riesci a venirne fuori, serve il sacrificio di tutti, serve anche a mettersi tutti dietro la linea della porta perchè il risultato è molto più importante della prestazione.
Non sarà stata una bella partita ma il Foggia non aveva bisogno di specchiarsi nello specchio. Non è il momento, non si può più scherzare con il fuoco, la posta in palio è molto più alta di quanto si possa immaginare.
Le tre partite in una settimana, le tre gare che avrebbero dovuto indirizzare il campionato del Foggia, danno 5 punti su 9 e, obiettivamente, contro Benevento Ascoli e Cosenza non si poteva sperare di meglio.
Piuttosto queste tre gare hanno detto che il Foggia sa soffrire, sa quale può essere la strada che conduce alla gloria, sa soprattutto che ce la può fare, magari all’ultimo minuto dell’ultima partita, con un carattere e una caparbietà che, anche se solo a sprazzi, si vedono in modo netto ed evidente.
Che si brindi pure ma si ė vinta solo una battaglia, la guerra è ancora lunga.