Quella foggianità che ritorna…
di Alessio Mangano
Nel 2012 era una esigenza, diventava necessario stringersi intorno alla squadra della propria città per provare a costruire un progetto, un progetto che partisse dalla foggianità, un progetto forse a breve termine ma forse l’unico al quale riporre un minimo di credibilità.
Allora, al capezzale di un Foggia che voleva ritornare a vivere, giunsero i vari Agnelli, Agostinone, Quinto, La Porta, Compierchio, Micale e tanti altri che, guidati dal foggianissimo Padalino, in nome di una appartenenza, scesero in serie D, qualcuno anche rinunciando a contratti tra i professionisti. Vederli giocare nelle prime stagioni entusiasmò la piazza, sembrava che qualcuno dagli spalti fosse sceso in campo ad aiutare la baracca.
Con il tempo, si sa, le esigenze per fortuna cambiarono, bisognava investire per alzare il tasso di qualità tecnica e pian piano la squadra si svestì dei panni della foggianità, rappresentata alla fine solo da capitan Agnelli, leader indiscusso in campo e fuori dal campo.
Quest’anno qualcosa è cambiato, qualcosa di quel Foggia di 6 anni fa è ritornato e la presenza, al fianco del capitano, di Cristian Galano, ritornato a casa per la prima volta da calciatore, ha riportato in campo quella voglia e quella determinazione che sono proprie di chi indossa la maglia della propria città.
È bello vedere in campo i due Cristian che si affannano per la squadra, è bello ritornare con la mente a quel Foggia di allora che, sicuramente con meno mezzi, riusciva ad affermarsi spesso con la sola forza di essere foggiani.