Giù il cappello!
Ora molti tifosi dovranno cospargersi la testa di cenere e riconoscere di aver sbagliato o meglio di esser stati frettolosi e ingiusti nei giudizi. Avevamo letto di tutto sui social, avevamo sentito di tutto nei bar, allo stadio su Grassadonia, su Bizzarri, su Carraro, su Mazzeo dimostrando la mancanza di pazienza e di fiducia nei confronti di una squadra che andava sostenuta, difesa, incoraggiata. L’esempio arriva sempre dalle curve, mai un fischio, mai un mugugno, solo cori e slogan per incitare la squadra, come allo Zaccheria così al Vigorito. Il fosso non è stato saltato definitivamente, il Foggia è ancora ultimo ma ci sono le premesse per affermare che questa classifica diventerà più generosa nei confronti degli uomini di Grassadonia.
Il Foggia visto a Benevento è sembrato da subito, anche quando era in svantaggio dopo pochi minuti, autoritario, determinato e concentrato. Il gioco è apparso da subito fluido, dinamico, il palleggio non semplicemente sterile ma finalizzato a trovare le giuste verticalizzazioni per far male all’avversario.
Per far tutto questo era ed è necessario avere una personalità forte, non temere l’avversario, non sbagliare soprattutto l’approccio alla gara. Il tutto poi magari non è venuto tanto facilmente, l’avversario era di tutto rispetto, il Benevento era comunque una squadra che aveva lasciato solo con il Lecce due punti ma che poi aveva vinto tutte le gare, dentro e fuori. Ci son volute le prove magistrali dei singoli a far sì che la determinazione e la concentrazione portasse a qualcosa di concreto, e così i soliti Kragl e Galano ma anche i vari Martinelli, Camporese, Carraro hanno regalato una prova magistrale per riuscire a portare a casa un risultato insperato, prestigioso e che cancella soprattutto quell’antipatico segno meno in classifica.
L’impresa di Benevento diventa utile se aiuta a far crescere l’autostima, se aiuta per il morale e per alimentare la convinzione di potercela fare, di potersela giocare con tutti, anche con i primi della classe. Guai a credere che la pratica salvezza è archiviata, guai a credere che il Foggia è da serie A, guai ad alimentare facili entusiasmi. Potremmo trovarci come all’indomani della vittoria sul Carpi anche se questa sul Benevento resta una impresa di gran lunga superiore.
Ancora una volta mister Grassadonia ha dimostrato che esiste un gruppo che esulta e soffre tutto insieme e nessuno si sente escluso. Lo si vede chiaramente quando le telecamere inquadrano la panchina o nel momento in cui ci si abbraccia per un gol o quando un calciatore sostituisce un compagno affaticato. Se ci sono queste premesse, se la squadra comincia a girare nel verso giusto, se gli uomini più importanti cominciano a dare una mano significativa alla squadra, il fosso non è saltato ma stiamo sicuramente sulla buona strada.