Decidere di non decidere
Si è deciso di non decidere, di aspettare ancora per definire l’assetto del campionato cadetto, cosa che tra l’altro sta bloccando la partenza dei campionati di C e D. Mai come quest’anno non si doveva aspettare, anzi, in barba ai regolamenti e ai tempi dettati dalle norme, bisognava stringere i tempi dopo le varie vicissitudini che avevano caratterizzato questa torrida estate. Invece si è deciso di prendersi ancora un paio di giorni per valutare al meglio.
Secondo noi il tempo per decidere poteva essere ridotto, ci si poteva incontrare in modo informale per scambiarsi le idee e usare la giornata di venerdì 7 solo per ratificare una decisione già presa.
Non sono solo i campionati di C e D a risentirne visto che non siamo giunti nemmeno alla formulazione di un calendario, ma la stessa serie B, partita in forma provvisoria, brancola nel buio in quanto le società non sanno se giocheranno eventuali partite in più infrasettimanalmente o se il campionato potrebbe durare di più. Inoltre non sarebbe nemmeno possibile cominciare a prenotare alberghi e viaggi per le trasferte a due/tre settimane perché i calendari potrebbero essere ssere riformulati.
Si pensi poi a quelle squadre che aspettano di essere ripescate o quelle che pensavano di averne diritto ed ora, forti di ricorsi presentati, aspettano di scavalcare le altre. Tutte queste squadre che rosa stanno allestendo? Che tipo di preparazione stanno facendo? E poi, per loro, il mercato si riaprirebbe e, se sì, con quali calciatori visto che le squadre cadette sono già andate a fare la spesa?
Interrogativi logici, fatti dal tifoso comune e non dagli addetti ai lavori, e destinati a chi ha pensato di aspettare, di riflettere ulteriormente come se tutti i problemi elencati riguardassero un altro mondo e non quello che proprio loro governano.