Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
In primo piano La partita

Il tempo delle chiacchiere è finito!

Chi mi conosce sa benissimo che sono interessato poco alle partite di Coppa Italia e so anche di essere in buona compagnia, non solo a Foggia ma forse in Italia. Ci sono però delle partite di Coppa, soprattutto quelle di agosto, quelle che scatenano i commenti sotto gli ombrelloni, che suscitano se non altro la curiosità degli appassionati per valutare allenatori e calciatori nuovi.
In questo secondo turno, Foggia Catania rappresentava un buon banco di prova per entrambe le squadre e aveva captato la stessa attenzione della Rai che, tra le tante, aveva deciso di trasmettere proprio la gara dello Zaccheria in diretta televisiva.
Come poi ormai è prevedibile da anni, il pubblico rossonero ha risposto alla grande, nonostante la gara si sia giocata ad agosto, nella giornata forse più calda dell’estate, rinunciando a seguirla dinanzi alla televisione, magari con il fresco di un climatizzatore.
La partita, diciamocela tutta, non è stata all’altezza delle attese, almeno da sponda rossonera. Mister Grassadonia alla vigilia aveva detto che contava il risultato e questo è stato spietato verso la squadra di casa. Questa volta il passaggio del turno era quasi necessario per riuscire a scontare le giornate di squalifica dei singoli ed invece, dopo questa sconfitta, le assenze, insieme ai punti di penalizzazione, il Foggia se le porterà necessariamente in campionato.
Ovviamente non ci sono partite che si vincono il giorno prima o il cui risultato si possa scrivere ancor prima di giocare la gara ma molte volte interessa anche la voglia di portare a casa un risultato che, mai come questa volta, era necessario.
C’è l’attenuante delle assenze che non dobbiamo dimenticare così come la evidente mancanza di più di qualcosa a questa rosa ma non si può imputare un risultato deludente ad una condizione non ancora ottimale perchè comunque il Foggia ha perso contro una squadra allestita per la serie C che necessita, come tutte le squadre, di una adeguata preparazione atletica, e che era venuta a Foggia con un gruppo incompleto quasi a sembrare una destinata vittima sacrificale. Si è trovata di fronte invece una squadra che ha dimostrato di avere dei limiti nei singoli, senza entrare nello specifico, e senza aver fatto intravedere su quali certezze potrà basarsi il nuovo gioco di Grassadonia.
Si sa che i giudizi, in questa fase della stagione, rischiano di essere sovvertiti nel giro di poche settimane ma oggi quel pubblico dello Zaccheria, quell’esercito di abbonati merita sicuramente di più e la società ne deve tener conto.
Quando le partite valgono i tre punti o un passaggio del turno di Coppa mai necessario come quest’anno, la gente che ha trepidato per le vicende dei tribunali e delle sentenze ha il diritto di vedere qualcosa di più.
Al momento dobbiamo far tesoro della sconfitta di Coppa nella speranza che Nember, dopo il confronto con il mister, si rimbocchi le maniche seriamente e che si possa passare dalle chiacchiere sotto l’ombrellone ai fatti concreti. Aspettare ancora per allestire la rosa a venti giorni dall’inizio del campionato, un campionato tra l’altro fortemente in salita per il Foggia, è un tentativo di suicidio che bisogna scongiurare.
Prima di parlare di serie A in due anni, prima di pensare a sconti di pena quasi dovuti, pensiamo a trovare le forze per mantenere questo fardello che ha un solo obiettivo: SALVARE LA CATEGORIA.

Alberto Mangano

Alberto Mangano

Giornalista sportivo , opinionista televisivo. Tra le sue collaborazioni quella con Il Mattino di Foggia. Autore del sito www.manganofoggia.it sulla storia, la cultura e le curiosità sulla sua città. Autore inoltre di diversi libri su Foggia e sul Foggia.
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