Ciao Gianni!
Le notizie arrivano all’improvviso, sconvolgono le redazioni così come è successo stamattina anche alla nostra.
Non è mai semplice ricordare qualcuno nel momento della sua dipartita, soprattutto quando tocca ad una persona ancora giovane così all’improvviso. La cosa diventa ancor più difficile se a lasciarci è un amico, un collega, una persona voluta bene dalla gente.
Ho avuto un privilegio, il 5 maggio, di dire quello che pensavo di Gianni Cicolella in occasione della rappresentazione “I giorni del girasole” scritta dal suo papà e messa in scena dal figlio Luca. Quella sera, dal palco del Giordano, avevo manifestato la mia stima per lui potendolo prima guardare negli occhi e poi abbracciandolo caramente. Tutto avrei immaginato tranne che quella sarebbe stata l’ultima volta.
Abbiamo lavorato insieme alla riedizione dei libri scritti dal papà Luca anni fa e si era consolidata una amicizia che andava oltre la nostra passione per il Foggia e le nostre continue ed innumerevoli apparizioni televisive.
Poi ti arriva una notizia sulle sue condizioni di salute, sulla ferocia di una spietata malattia e l’sms di questa mattina all’alba, quel messaggio che certifica che certi percorsi non prevedono il miracolo, non ti accontentano.
Va via l’amico, il collega ma va via soprattutto l’amico della gente, il giornalista che si era formato ancora con i pantaloncini corti tra le mura domestiche. Sempre con la battuta pronta, sempre sorridente, sempre pronto a ribattere scherzosamente a chi lo sfotteva sul suo essere juventino.
Ci mancherai caro Gianni e lo dico con un groppo in gola perchè sei stato uno di noi, uno che cercava di soddisfare la sete di notizie della gente con correttezza e professionalità, così come ti aveva insegnato il tuo papà.
Mantengo il privilegio di averti manifestato la mia stima pubblicamente guardandoti negli occhi. Ora che li hai maledettamente chiusi, sarebbero sembrate scontate parole di circostanza.
Ciao Gianni, ti voglio bene.
Alberto