Che fine ha fatto Di Piazza
Matteo Di Piazza, di anni 30, attaccante del Lecce originario di Partinico in provincia di Palermo ha costituito fino a qualche settimana fa, uno dei maggiori rimpianti di buona parte dei tifosi foggiani.
Andato via a luglio destinazione Salento, dopo aver vestito la maglia dei rossoneri per 16 partite ed aver contribuito alla storica promozione con 5 reti, l’estroso siciliano è stato autore di un’ottima partenza di campionato supportando i giallorossi nel periodo cruciale che è coinciso con il cambio di allenatore da Rizzo a Liverani. Ed infatti dopo il gol all’esordio nel derby pareggiato contro la Virtus Francavilla, Di Piazza regala subito il bis nell’incontro successivo contro la concorrente alla promozione diretta Trapani.
La gioia per il secondo gol consecutivo e la prima vittoria in campionato, però, è immediatamente vanificata dall’espulsione che gli viene comminata al 5’ minuto della ripresa, reo di aver colpito al viso il trapanese Marras. Un atto che gli costerà ben 4 giornate di squalifica (poi ridotte a 3).
Ritorna in casa per il derby con il Bisceglie con la nuova guida tecnica e realizza un gol, lo stesso avviene nelle successive due gare. Gioca bene e segna, tanto che il suo procuratore Tateo afferma: “Con il modulo di Liverani, è tornato nel suo ruolo dove penso che possa fare la differenza. Il Lecce ha un’opzione per riscattarlo, sta facendo bene e penso che la eserciteremo.”
Entra di diritto nei cuori dei tifosi salentini anche perché nel girone di andata gioca per 991 minuti e realizza 7 gol, inoltre è stato molto importante anche nel breve cammino in Coppa Italia dove ha realizzato 4 reti in sole 3 partite grazie a due doppiette contro Pro Vercelli e Pordenone.
Il prosieguo della bella favola sembra già scritto ma una distrazione muscolare gli fa saltare le prime due giornate del ritorno. Rientra nel match clou che i lupi pareggiano, al “Via del Mare”, con il Catania grazie alla sua ottava rete. Contro gli etnei parte dalla panchina e gioca solo 33 minuti, all’incirca la stessa sorte e lo stesso tempo gli vengono dedicate nelle successive due sfide a Rende ed in casa con il Catanzaro.
Qualcosa, però, sembra essere cambiato, così come trapela dalle parole di mister Liverani dopo il successo interno contro i calabresi per 3-1: “E’ come gli altri 24 della rosa, deve fare quel che sa fare e che fa in certe partite, deve stare allenato e allineato con il gruppo, dare l’esempio come gli altri. Ha gli stessi diritti e doveri di tutti. L’ovazione del pubblico? Sono contento, un calciatore osannato è un calciatore che ha dato qualcosa, delle emozioni alla gente, ma io faccio formazioni, scelte tecniche. Ho sempre rispettato in carriera i tifosi e le opinioni di tutti, lo dice la mia storia, ma faccio scelte tecniche, per il bene esclusivo della squadra”.
Le due gare successive, entrambe in trasferta, le guarda dalla panchina per tornare titolare in casa, sostituito al 65’, contro la Juve Stabia a sorpresa corsara. Nell’ultima partita ad Agrigento ritorna fra le riserve ed assiste alla vittoria del Lecce contro quell’ Akragas che lo lanciò nel calcio che conta. In pratica dal giro di boa ha giocato solo 169 minuti su 810, impiegato per il 21% del tempo totale contro il 61% dell’andata. Tornerà ancora utile alla causa dei salentini lanciati verso la serie cadetta? Lo scopriremo nei prossimi tre mesi.