Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
Aprite le porte In primo piano

Rassegniamoci, perché un “foggiano” non può essere “per bene”

di Mimmo Attini
Certo tutto si può dire tranne che a Foggia il pianeta calcio sia un’isola di serenità. Dopo un girone di andata in cui a turno si chiedeva la testa della maggior parte dei giocatori perché inadatti alla categoria,  si è partiti prima alla testa di Stroppa, dopo la sconfitta col Pescara, per poi passare a quella del team della Boccassini e per finire a quelle del Questore, del Prefetto del Sindaco.

Probabilmente nemmeno in Francia durante il periodo del terrore di Robespierre erano state così tante le richieste di teste da ghigliottinare. Ma si sa a Foggia tutto può succedere. Capita ad esempio che lo Zaccheria venga squalificato per la quinta volta in breve tempo ed in molti si chiedono se non sia il caso di cambiare il nome in Alcatraz; tanto tra arresti e tifosi tutti delinquenti sarebbe il nome più appropriato. In effetti se gli italiani sono un popolo di poeti, santi e navigatori, i foggiani hanno una quarta “qualità” in più e cioè di essere anche un popolo di violenti terroristi facinorosi. Ed allora è giusto che le porte dello stadio siano chiuse perché se in sedicimila  (dico bene 16mila) ci rechiamo in stazione per assaltare la tifoseria del Pescara che un pool di “capiscioni” ha fatto arrivare in stazione, allora questo è il trattamento che meritiamo.

Già sabato scorso ci era stata vietata la trasferta a Chiavari per il tradizionale derby con l’Entella. Peccato eravamo quasi 4 mila armati di spranghe e bombe carta per assaltare la Liguria e magari fare qualche prigioniero.Oggi, senza i nemici biancoverdi, non sapremo cosa fare e contro chi litigare. Ed ora con chi ci sfoghiamo? Fino all’ultimo abbiamo sperato in una qualsivoglia istituzione degna di questo nome che ci desse il permesso di fare casino. Ed invece ci hanno detto di no, dobbiamo stare a casa privati di ogni forma di violenza. Ma possiamo passare un week end calcistico senza far danni? Siamo in quindicimila o forse anche ventimila. Abbiamo bisogno di sangue, di guerriglia, di fare vittime.

Siamo foggiani e non possiamo per questo essere tifosi “per bene”.
Redazione Solofoggia.it

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