Una storia nata su quella panchina!

Entrerà in campo salendo le scale del sottopassaggio, andrà a ricevere il solito pacchetto di caramelle e poi si spera che almeno per qualche secondo gli venga il dubbio su quale panchina sedersi.
Il Boemo, o semplicemente Zemàn come è chiamato da queste parti, pochissime volte si è seduto sulla panchina più vicina alla Curva Sud, viceversa ha scritto la storia sulla panchina opposta. Non ce ne vogliano a Licata, ma diciamo che su quella panchina il Boemo è nato calcisticamente, da quella panchina è cominciata la sua storia.
Ed è una storia strana, una storia che ha sempre diviso l’Italia tra chi lo esaltava e chi lo criticava. Di certo, nella storia del calcio degli ultimi 30 anni, lui c’è sempre stato, ha sempre detto la sua senza peli sulla lingua e senza timori reverenziali verso chicchessia e probabilmente ha pagato per la sua schiettezza e per il suo essere vero.
A Foggia Zeman entra di diritto nei primi 10, forse 5, personaggi che non verranno mai dimenticati al pari di Nocera, Pirazzini, Fesce, Maestrelli ma riteniamo che forse può rientrare anche in una classifica italiana per il sol fatto di aver cambiato il gioco del calcio, portando in campo, negli anni 90, geometrie e velocità mai viste sino ad allora.
Al fischio di inizio la gente tiferà Foggia e solo Foggia come è giusto che sia ma sino ad allora resterà incantata a vedere sul manto erboso dello Zaccheria quel Maestro che ha insegnato il calcio all’Italia e che ha lanciato tanti campioni.
Tanta gente se lo immaginerà seduto sull’altra sponda, proprio su quella panchina dalla quale partì la sua bellissima avventura.
Poi l’arbitro fischierà e tutto tornerà nei libri di storia.